Funivia Mottarone: a un anno dalla tragedia

Funivia Mottarone: a un anno dalla tragedia

A un anno dalla tragedia della funivia Mottarone, si commemorano le vittime dell’incidente. Le indagini sono ancora in corso.

La mattina di domenica 23 maggio 2021 è accaduto l’incidente della funivia Stresa-Alpino-Mottarone. L’incidente causò la caduta di una delle cabine in transito, in cui si trovavano 15 persone. 14 di loro sono morte, mentre il piccolo Eitan, un bambino, rimase gravemente ferito.

Ad oggi è passato un anno dalla tragedia, e si farà una piccola cerimonia per commemorare le 14 persone scomparse a causa dell’incidente. Ricorre nella giornata di oggi il primo anniversario della tragedia della funivia del Mottarone. L’incidente si verificò all’impianto di risalita che da Stresa, sulle rive del Lago Maggiore.

La dinamica dell’incidente

Quando accadde il fatto erano le 12:30 del 23 maggio 2021. Nell’incidente, la cabina precipitò sbattendo contro il primo pilone e precipitando lungo il pendio. L’unico a sopravvivere fu appunto Eitan Biran, un bambino di 5 anni che riuscì a salvarsi grazie al corpo del padre, che lo protesse dell’impatto.

Ma la storia del piccolo Eitan non finisce qui. Dopo l’incidente, il nonno materno del bambino lo rapì, a settembre, per poi essere portato in Israele. Dopo, un giudice stabilì che l’affido del bambino venisse dato ai suoi nonni italiani. A dicembre Eitan è tornato in Italia, a Pavia.

Funivia

Nella giornata di oggi 23 maggio, il comune di Stresa ricorderà l’incidente con una messa celebrata nella chiesa della Madonna della neve, che si trova nei pressi della funivia. Ma le indagini sul disastro sono ancora in corso. Si dovrà ancora accertare la responsabilità in merito all’accaduto.

L’inchiesta in corso è per omicidio colposo plurimo e lesioni colpose. Dovrebbe concludersi nelle prossime settimane, per procedere alla prima udienza del processo già stabilita per il 14 giugno. Secondo la procura di Verbania, qualcuno avrebbe inserito volontariamente degli arnesi per bloccare il freno della cabina.

Luigi Nerini, il responsabile dell’impianto, fu subito arrestato dopo l’accaduto insieme al direttore di esercizio Enrico Perocchio ed anche il caposervizio Gabriele Tadini. Attualmente, gli indagati sono liberi dopo essere prima stati posti ai domiciliari.