La sicurezza informatica è fondamentale per la salvaguardia dei dati personali e della privacy anche nell’ambito dei social media: come tutelarla.
La privacy riguarda il diritto fondamentale di ogni individuo di gestire i propri dati personali, in linea con quanto previsto dal Regolamento Generale sulla Protezione dei Dati (GDPR). D’altra parte, la cybersecurity si dedica alla tutela dei sistemi e delle reti informatiche dagli attacchi che potrebbero minare la confidenzialità, integrità e disponibilità delle informazioni.
L’interconnessione tra privacy e sicurezza informatica è evidente: un incidente di sicurezza può portare alla divulgazione di informazioni private, mentre il mancato rispetto delle norme sulla privacy può esporre le organizzazioni a sanzioni importanti.
Privacy e sicurezza, un binomio importante nei social media
Per tutelare la privacy e la sicurezza anche nei social media, è importante adottare misure di protezione avanzate per la sicurezza dei dati personali e promuovere una cultura aziendale che valorizzi la privacy.
Organizzare, inoltre, sessioni formative per i dipendenti sul corretto trattamento dei dati personali. Esistono diverse strategie per migliorare la privacy e la cybersecurity:
- L’uso di password forti e uniche per ogni account;
Effettuazione di backup periodici dei dati.
Installazione di software antivirus e anti-malware sui dispositivi.
Vigilanza nei confronti di email e siti web sospetti.
Non divulgare informazioni personali a soggetti non fidati.
I dati personali rappresentano un target attraente per criminali informatici, in quanto possono essere sfruttati per furti d’identità, frodi finanziarie e altri crimini. Pertanto, vanno protetti sempre con strategie efficaci.
Social network e protezione dei dati personali
L’ascesa e la diffusione capillare dei social network hanno segnato una svolta importante nella disponibilità di dati personali di un vasto segmento della popolazione mondiale. Questi servizi hanno guadagnato un’enorme popolarità negli ultimi anni, riscuotendo un successo particolare tra i giovani, ma estendendo il loro appeal anche a professionisti e persone anziane.
Questo fenomeno riflette i profondi cambiamenti scatenati dall’avvento di Internet negli anni ’90, che hanno eliminato le barriere di spazio e tempo nella diffusione delle informazioni e nella comunicazione istantanea, sfumando al contempo i confini tra chi fornisce i contenuti (autori) e chi ne fruisce (lettori).
I social network, però, sollevano interrogativi sul concetto di spazio personale, in termini sociali. La pubblicazione di dati personali, specialmente di immagini e video digitali, avviene ora su scala globale, in modi e quantità precedentemente impensabili, spesso direttamente per mano degli utenti, con il loro consenso.
In termini di privacy, una delle sfida riguarda il fatto che la maggior parte dei dati personali condivisi su queste piattaforme sono pubblicati volontariamente dagli utenti. Le normative esistenti sulla privacy si concentrano maggiormente sulla protezione dei cittadini da un uso ingiusto o eccessivo dei loro dati da parte di enti pubblici e aziende, lasciando in ombra le implicazioni della condivisione di dati personali iniziativa individuale – un aspetto che, prima dell’era dei social network, non aveva mai assunto un ruolo centrale né nel mondo offline né in quello online. Inoltre, le leggi sulla protezione dei dati e sulla privacy tendono a essere più permissive quando si tratta di informazioni provenienti da fonti pubbliche.
I pericoli legati alle piattaforme social
Le informazioni – una volta pubblicate – possono rimanere online per sempre, anche se l’utente decide di eliminarle dal sito originario. Esistono copie e archivi di questi dati mantenuti da terze parti, inclusi i servizi di archiviazione e le cache dei motori di ricerca.
Molti servizi promuovono l’idea di trasferire la comunicazione sociale nel cyberspazio, dando un falso senso di sicurezza nella condivisione di dati personali, come se fossero condivisi con un gruppo di amici reali. Ciò può portare gli utenti a divulgare imprudentemente informazioni personali.
“Gratis” non significa “senza costi“: molti social network compensano la gratuità del servizio attraverso l’uso commerciale dei dati personali degli utenti per attività di marketing mirate.
I fornitori di social network hanno la capacità tecnica di monitorare tutte le attività degli utenti sul loro sito, compresa la possibilità di condividere dati personali di traffico con terzi per scopi pubblicitari o, in alcuni paesi, con le autorità giudiziarie o di intelligence.
L’esigenza di generare profitto può spingere alla raccolta, al trattamento e all’utilizzo eccessivo dei dati degli utenti, considerando che questi dati rappresentano spesso l’unico vero asset patrimoniale di tali piattaforme.
Sicurezza delle reti e standard di interoperabilità
Le foto pubblicate possono diventare identificatori biometrici universali, che possono esporre gli utenti a rischi legati alla privacy e alla sicurezza, anche attraverso tecnologie emergenti come il riconoscimento facciale avanzato e il recupero di immagini basato sul contenuto.
La configurazione predefinita della privacy e l’uso che gli utenti fanno di queste impostazioni, insieme al livello di sicurezza offerto dal servizio, possono rendere le informazioni del profilo accessibili a un’ampia comunità di utenti, con scarse protezioni contro la copia e l’uso improprio di tali dati.
La sicurezza di reti e sistemi informatici, compresi i servizi web, rappresenta un problema persistente, che ha coinvolto fornitori di servizi noti come Facebook e altri, evidenziando la necessità di ulteriori miglioramenti nella protezione dei sistemi.
L’introduzione di standard di interoperabilità può amplificare i rischi legati alla privacy e alla sicurezza, consentendo una valutazione automatica e potenzialmente il riutilizzo di dati personali attraverso diverse piattaforme di social network.
Cosa devono fare i gestori dei social media
Un aspetto fondamentale per garantire l’uso etico dei dati personali è la trasparenza nei confronti degli utenti. Questo principio è sancito nella maggior parte delle legislazioni sulla privacy a livello locale e globale. Tuttavia, è urgente rivedere le pratiche attuali di comunicazione delle politiche di privacy da parte dei fornitori di servizi, che spesso si nascondono dietro terminologie complesse e lunghe condizioni di servizio.
È essenziale che le informazioni fornite agli utenti includano dettagli specifici sul Paese di operatività del servizio, sui diritti degli utenti riguardo ai loro dati (accesso, modifica, eliminazione) e sul modello di finanziamento del servizio. Tali informazioni dovrebbero essere adattate alle esigenze specifiche dell’utenza, prestando particolare attenzione ai minori, per consentire decisioni veramente consapevoli.
Le politiche di privacy dovrebbero anche considerare i dati di terzi presenti nei profili degli utenti, indicando chiaramente le regole per la pubblicazione di questi dati e le conseguenze del non rispetto di tali regole. È importante chiarire le norme relative al diritto all’immagine, spesso trascurate nella gestione delle foto che ritraggono altre persone nei profili utente.
Informare adeguatamente gli utenti sui rischi di sicurezza esistenti e sulle possibili conseguenze della pubblicazione di dati personali è fondamentale, così come sul fatto che certe informazioni possano essere legittimamente accessibili a terzi, inclusi organi di sicurezza o servizi segreti.
Introdurre la possibilità di utilizzare profili pseudonimizzati per tutelare la privacy.