Bolsonaro non riconosce la vittoria del suo avversario Lula e rimane in silenzio. I suoi sostenitori si organizzano per l’assalto.
La vittoria di Lula per due punti di percentuale mostra il Brasile spaccato a metà tra socialdemocratici e ultranazionalisti conservatori. Sarà il compito più grande per Lula dover governare cercando di unire le due metà del paese. Ma il presidente uscente Jair Bolsonaro non riconosce la vittoria al suo avversario. Il mancato discorso di riconoscimento della sconfitta incita i suoi sostenitori sulla scia di quanto accaduto con Trump a Washington.
La frangia più radicale ed estremista dei sostenitori bolsonaristi starebbe organizzandosi per raggiungere l’Esplanade de ministerios, e starebbero parlando di “resistenza armata” su Telegram. I manifestanti vorrebbero anche l’incontro davanti al quartier generale dell’Esercito nella capitale federale. Un gruppo di sostenitori di Bolsonaro starebbe con le bandiere nel settore militare vicino alla sede del comando dell’esercito.
Violenze e blocchi sulle strade dei bolsonaristi
Secondo quanto riporta Estado, gli estremisti sostenitori del presidente uscente si stanno organizzando sui social per mantenere i blocchi di strade e autostrade con tir e camion almeno in 11 stati del Brasile. I manifestanti vogliono raggiungere l’area dei Palazzi del potere a Brasilia. Ma non solo, il silenzio di Bolsonaro ha scatenato le varie teorie del complotto dei suoi sostenitori, le accuse di frode elettorale arrivano anche da parte di Steve Bannon, ex stratega di Trump.
Strade bloccate e pneumatici bloccati sono i segni della guerra civile che rischia di scatenarsi in Brasile dopo la vittoria di Lula. Ieri un sostenitore di Bolsonaro ha ucciso un uomo di 28 anni e ne ha ferito altre quattro tra cui un bambino di 12 anni sparando a casa. La polizia ha aperto un’inchiesta per omicidio di matrice politica. L’omicida si è difeso dicendo di essere stato colto da un raptus.