L’incontro con la premier Meloni non soddisfa i sindacati. Ma c’è chi urla allo sciopero e aizza le piazze e chi vuole un dialogo.
La manovra del governo Meloni ha ricevuto molte critiche, tra cui quelle dei sindacati che ieri hanno incontrato la premier. Ma il vertice non ha portato a nulla. La presidente del Consiglio ha ammesso che sono state avanzate proposte “sensate” ma “spetta al governo la responsabilità di fare delle scelte e se mettessimo in fila tutte le richieste non ci sarebbero le risorse per fare tutto” ha precisato. Giorgia Meloni ha però rassicurato che cercherà di fare qualcosa nel più breve tempo possibile.
Sul tema del cuneo fiscale proposto dai sindacati, la premier sottolinea che è una priorità per questo governo. “Noi abbiamo fatto scelte di emergenza ma siamo assolutamente d’accordo sul tema del taglio del costo lavoro: è una nostra priorità, sarei felicissima anch’io di poter fare di più” spiega. La premier ha già aperto alle modifiche sul pos e sul tetto al contante così come per Opzione donna che già sembra eliminata la clausola figli. Ma chiarisce ai sindacati che sul reddito di cittadinanza non si torna indietro.
Cgil e Uil contro il governo e chiude ai tavoli
«Abbiamo confermato il giudizio negativo sulla manovra, in particolare sui redditi. Abbiamo posto il tema della precarietà e il problema sul fisco e l’evasione. La logica della flat tax è sbagliata. Le risposte del governo hanno confermato profonde distanze sul fisco e sulla precarietà» ha detto il segretario della Cgil Landini al termine dell’incontro. Il sindacato annuncia così una mobilitazione per chiedere profonde modifiche a questa manovra.
Della stessa opinione la Uil. «Non c’è risposta all’emergenza dei salari e delle pensioni» ha detto il capo Bombardieri che boccia il dialogo a cui è disposta la premier dicendo “con i i tavoli non si pagano le bollette e non si mangia». Mentre la Cisl chiede «profonde modifiche» ma rileva anche «grande disponibilità del governo» a rivedere alcune misure come Opzione donna e i vaucher, come ha precisato il leader Sbarra. Ancor più positivo il parere di Ugl che ribadisce che «non è l’ora della piazza ma del dialogo».