Savona: il sindaco registra all’anagrafe il figlio di due donne

Savona: il sindaco registra all’anagrafe il figlio di due donne

Bambino nato grazie alla fecondazione assistita: il sindaco Marco Russo lo registra come figlio di madre biologica e madre intenzionale.

Dopo lo stop alle trascrizioni all’anagrafe di bambini delle coppie gay, arriva in Liguria il primo caso di trasgressione alla norma governativa proprio da parte di un sindaco, che prende le parti dei genitori del piccolo concepito a Barcellona con la fecondazione assistita.

La coppia formata da due donne è stata riconosciute a tutti gli effetti: la donna che lo ha portato in grembo è la mamma biologica, mentre l’altra è la mamma intenzionale.

Il sindaco di Savona, Marco Russo ha personalmente fatto la registrazione all’anagrafe per evitare il coinvolgimento di altro personale; in seguito ha riferito le sue azioni in procura e in prefettura. Con un lungo post su Facebook da le sue motivazioni spiegando perché considera lo stop del riconoscimento dei figli di coppie LGBTQ+ un atto che si discosta dalla realtà odierna.

Innanzitutto, il sindaco comincia il suo post facendo dei ragionamenti circa le normative vigenti e in particolare si concentra sulla Legge 40/2004 secondo cui, i nati attraverso “tecniche di procreazione medicalmente assistita” sono riconosciuti a tutti gli effetti come figli nati nel matrimonio e comunque riconosciuti dai genitori che hanno deciso di adottare queste tecniche. Il sindaco specifica anche che la Legge in questione non fa alcun riferimento sul sesso dei genitori ed è valida a prescindere dal luogo in cui la fecondazione è avvenuta, per cui c’erano tutti i presupposti per procedere alla registrazione del neonato.

Il sindaco continua nel suo post affermando che era suo dovere procedere con la registrazione per tutelare i diritti del minore e dare una risposta alle due donne.

bambino con biberon

La condanna del Parlamento europeo

Nel frattempo, è arrivata la condanna del Parlamento europeo allo stop delle registrazioni dei bambini di coppie gay; questa iniziativa infatti mette in pericolo non solo i diritti delle coppie stesse, ma anche dei loro figli e si invita quindi il governo a revocare la circolare del ministro Piantedosi.

Non sono mancate nemmeno le risposte e le proteste di altri sindaci italiani che già in passato hanno seguito l’esempio del sindaco ligure. A Milano il sindaco Sala ha dichiarato di voler portare avanti la questione sul piano politico per assicurare tutti i diritti che le coppie LGBTQ+ si sono visti levare. Le sue parole: “Pronto a cogliere ogni possibilità concreta affinché continui il cammino di riconoscimento dei diritti di tutte e tutti e affinché Milano ne sia sempre protagonista”.