Una miscela sinbiotica ha mostrato effetti positivi nella sindrome da stanchezza cronica post-COVID-19. Tutti i dettagli.
La sindrome da stanchezza cronica post-COVID-19 rappresenta una delle complicanze più diffuse e debilitanti del long COVID. Nota anche come encefalomielite mialgica (ME/CFS), questa condizione si manifesta con fatica persistente, malessere post-sforzo, disturbi del sonno e difficoltà cognitive, colpendo fino al 50% dei sopravvissuti all’infezione da SARS-CoV-2 (fonte: PubMed, 2024). Poiché i disturbi gastrointestinali sono frequenti in questa sindrome, i ricercatori hanno ipotizzato che riequilibrare il microbiota intestinale con probiotici e prebiotici potesse alleviare i sintomi.

Uno studio clinico pionieristico su sinbiotico e ME/CFS post-COVID
Uno studio clinico randomizzato e controllato con placebo, condotto all’Università di Novi Sad (Serbia) e pubblicato sul European Journal of Nutrition, ha valutato per la prima volta l’efficacia di una miscela sinbiotica in pazienti con ME/CFS post-COVID. Il trattamento ha incluso quattro ceppi probiotici (L. rhamnosus, L. plantarum, B. lactis, B. longum), frutto-oligosaccaridi e zinco, somministrati per tre mesi a 12 pazienti (gruppo sperimentale), rispetto a 14 pazienti trattati con placebo come riportato da PubMed.
Sono stati valutati numerosi parametri: livelli di fatica fisica e mentale, tolleranza all’esercizio e sintomi cognitivi. In un sottogruppo, tecniche di risonanza magnetica hanno misurato i livelli tissutali di colina, creatina e N-acetil aspartato (NAA), metaboliti legati alla funzione neurologica e al metabolismo energetico.
Risultati incoraggianti su fatica e metabolismo cerebrale
Dopo tre mesi di trattamento, il gruppo sinbiotico ha mostrato una significativa riduzione della fatica fisica e mentale, insieme a un miglioramento nella tolleranza allo sforzo e nei sintomi cognitivi. I risultati più evidenti sono emersi nella riduzione del malessere post-esercizio, dove il sinbiotico ha superato il placebo in efficacia.
A livello neurologico, il sinbiotico ha aumentato i livelli di colina nel talamo (coinvolta nella trasmissione sinaptica), creatina nelle aree cerebrali frontali e NAA in diverse regioni cerebrali, suggerendo un potenziale miglioramento del metabolismo energetico e della funzione neuronale.
Nonostante l’esiguità del campione, i dati confermano l’ipotesi che una miscela sinbiotica mirata possa agire sul metabolismo tissutale e attenuare i sintomi della ME/CFS post-COVID, aprendo la strada a trattamenti accessibili e ben tollerati.