“Rapina di stato”, Meloni presa di mira sul taglio pensioni: la sinistra attacca

“Rapina di stato”, Meloni presa di mira sul taglio pensioni: la sinistra attacca

Arturo Scotto critica il governo Meloni per il taglio delle pensioni, ma si tratta di una revisione obbligatoria del coefficiente di trasformazione.

Arturo Scotto, deputato del Partito Democratico, ha sollevato un duro attacco contro il governo di Giorgia Meloni in merito alla revisione dei coefficienti di trasformazione per le pensioni nel biennio 2025-2026. 

“Rapina di stato”, sinistra contro Meloni: pensioni di “fuoco”

Secondo Scotto, il governo di destra, che aveva promesso di abolire la legge Fornero, taglierà le pensioni del 2% a partire dal 1° gennaio 2025, accusando l’esecutivo di “rapina di Stato” e “ingiustizia insopportabile”

L’esponente del PD lamenta che mentre agli evasori vengono concessi condoni, chi ha lavorato una vita intera dovrà fare ulteriori sacrifici.

Tuttavia, la denuncia di Arturo Scotto si basa su una comprensione imprecisa della situazione. La revisione dei coefficienti di trasformazione non è una decisione diretta del governo, ma un aggiornamento che avviene in modo automatico ogni due anni, in base alla speranza di vita a 65 anni. 

Quindi, se la speranza di vita aumenta, il coefficiente scende, comportando un assegno pensionistico più basso.

La legge prevede che questa revisione venga fatta periodicamente, e il coefficiente è stato aggiornato in modo negativo in ben sette occasioni dal 2009. 

L’unica eccezione è stato il biennio 2023-2024, quando il coefficiente è aumentato a causa delle modifiche statistiche legate alla pandemia di Covid-19, che ha aumentato la probabilità di morte in un determinato periodo.

I numeri parlano chiaro: la tendenza è da sempre negativa

Con l’eccezione legata al periodo pandemico, la revisione del coefficiente ha portato sempre ad un abbassamento delle pensioni, una realtà che non ha nulla a che fare con il governo attuale. 

Piuttosto, si tratta di una misura tecnica, obbligatoria, che ha lo scopo di adattare l’assegno pensionistico all’aumento della durata della vita media. Un dato che, secondo gli esperti, è inevitabile.

Scotto, quindi, ha fatto un’affermazione errata e non supportata dalla realtà dei fatti. La decisione non è una scelta del governo Meloni, ma una parte di un sistema che agisce indipendentemente dalle dinamiche politiche.