Dopo 54 anni di regime, gli Assad lasciano una Siria devastata. Le sfide che il Paese affronta, tra jihadisti e frammentazione.
Il regime degli Assad ha segnato la Siria per oltre mezzo secolo, con una leadership che ha oscillato tra il consolidamento del potere e la repressione brutale. L’abbandono del Paese da parte di Bashar al Assad segna una svolta storica, ma il futuro della Siria rimane incerto, con molteplici sfide all’orizzonte.
Gli Assad: una dinastia che non ha mai fatto crescere nulla
La storia del regime degli Assad comincia nel 1970, quando Hafiz al Assad prese il potere attraverso il “movimento correttivo”. Da quel momento, instaurò un sistema politico basato sul controllo delle istituzioni da parte delle minoranze, in particolare quella alawita, con una rete capillare di servizi segreti. Gli anni Ottanta furono segnati da repressioni violente, come quelle di Hama e Aleppo, in cui decine di migliaia di persone persero la vita.
Con la morte di Hafiz nel 2000, suo figlio Bashar al Assad, considerato inizialmente un possibile riformatore, prese il controllo. Tuttavia, le speranze di cambiamento si infransero rapidamente. La “Primavera di Damasco”, un periodo di breve apertura politica, venne repressa con arresti e intimidazioni. Il Paese entrò in una fase di stagnazione politica, che esplose poi nel 2011 con l’inizio della guerra civile, catalizzata dalle proteste della Primavera Araba.
Una Siria divisa e le sfide future
Dopo oltre un decennio di guerra, la Siria è una nazione frammentata. Le milizie curde controllano ampie aree nel nord-est, mentre sacche di combattenti dell’ISIS si stanno riorganizzando nel deserto. Nel frattempo, i fedelissimi del regime si concentrano sulla costa, dove la popolazione alawita teme vendette settarie.
Le sfide per il futuro della Siria sono enormi: la necessità di una riconciliazione nazionale, il contrasto al fondamentalismo islamico e la ricostruzione di un Paese devastato dalla guerra. Inoltre, milioni di rifugiati, sparsi tra Europa e Medio Oriente, si interrogano sul loro ritorno. Le condizioni per un futuro stabile richiedono uno Stato inclusivo e giusto, ma il cammino appare lungo e incerto.