Il sistema fiscale italiano avvantaggia i più ricchi? Arriva uno studio che rivela un meccanismo regressivo che penalizza i redditi bassi.
Il sistema fiscale italiano sembrerebbe nascondere un meccanismo profondamente regressivo che avvantaggia i cittadini più ricchi, penalizzando chi guadagna meno.
Un recente studio del World Inequality Lab, ripreso dall’agenzia Reuters, ha portato alla luce dati sorprendenti e allarmanti: non è solo l’1% o il 2% più ricco della popolazione italiana a pagare meno tasse in proporzione al proprio reddito, ma ben il 7%.
Questo significa che quasi tre milioni di italiani riescono, in vari modi, a sottrarsi a una tassazione equa.
Un sistema fiscale regressivo e i suoi paradossi: lo studio
La progressività del sistema tributario italiano è garantita dall’Irpef, l’imposta sul reddito delle persone fisiche. Tuttavia, le molteplici detrazioni, deduzioni e la struttura complessa del sistema fiscale finiscono per favorire chi ha redditi medio-alti e alti.
Secondo lo studio riportato da Qui Finanza, chi guadagna oltre 76mila euro lordi all’anno, pur non essendo parte dei “super ricchi“, beneficia di un trattamento fiscale sproporzionato rispetto a chi percepisce salari più bassi.
Un altro aspetto critico è l’ampia evasione fiscale, particolarmente diffusa tra i lavoratori autonomi e le imprese, che contribuisce a spostare il carico tributario quasi esclusivamente sui lavoratori dipendenti.
Questi ultimi, grazie ai sistemi di trattenuta automatica sui salari, non hanno possibilità di sottrarsi al prelievo fiscale. Tale situazione crea un doppio svantaggi.
Da un lato, il peso delle tasse grava maggiormente su chi guadagna meno, dall’altro si accentuano le disuguaglianze economiche, aumentando le tensioni sociali.
Le conseguenze per i cittadini
Un sistema fiscale regressivo non si limita a favorire i più ricchi: destabilizza l’equilibrio economico e mina la coesione sociale. I lavoratori a basso reddito, pur contribuendo in modo significativo al bilancio dello Stato, ricevono servizi pubblici spesso inadeguati rispetto alle loro necessità.
Al contrario, chi evade o approfitta delle lacune normative si trova a beneficiare di un sistema fiscale apparentemente costruito per premiarlo.
Lo studio propone un’azione decisa per contrastare questa tendenza, a partire da un aumento dell’aliquota marginale più alta tra il 20% e il 25%. Una riforma simile, pur impopolare tra i redditi più alti, rappresenterebbe un passo necessario per ripristinare l’equità fiscale e rispettare i dettami della Costituzione.