Il caldo estremo nelle carceri: tragedia inumana

Il caldo estremo nelle carceri: tragedia inumana

Le alte temperature di questa estate stanno provocando non pochi danni ad un ambito già afflitto da varie tragedie.

La siccità, gli incendi ma soprattutto danni alla salute che stiamo vivendo in queste settimane di caldo estremo senza sosta. Le temperature oltre i 40 grandi su tutta la penisola sono una tragedia per tutti ma soprattutto chi vive in condizioni già precarie e ristrette come nelle carceri insieme ad altre due o tre persone.

Vivere con altri tre uomini in 10mq di una cella carceraria oltre i 40 grandi e un microclima già compromesso è un’esperienza non da poco perché è una condizione da cui non ci si può sottrarre. L’associazione Antigone ha pubblicato il suo rapporto semestrale sulla “calda estate nelle carceri”. Si legge nel rapporto che in alcuni istituti penitenziari “l’acqua viene razionata, come ad Augusta, oppure manca del tutto, come a Santa Maria Capua Vetere, che nasce scollegata dalla rete idrica comunale. In questo istituto ai detenuti vengono forniti 4 litri di acqua potabile al giorno mentre per le altre necessità è utilizzabile quella dei pozzi artesiani”.

Prigione

Le carceri senza acqua e senza aria

Nel 58% delle carceri analizzate da Antigone la maggior parte delle celle sono senza le docce e nel 44% le finestre sono schermate e da cui l’aria passa limitata. In un terzo degli istituti non sono garantiti i 3 mq calpestabili per detenuto. Questo fu già oggetto di condanna per l’Italia da parte della Corte europea dei diritti umani nel 2013 per “trattamenti inumani e degradanti”.

Inoltre, a questo si aggiunge il sovraffollamento già denunciato più volte dall’associazione che con il caldo aumenta le sue condizioni. Il tasso di affollamento ufficiale è del 107,7% ma non tiene conto del fatto che ci sono molti spazi che non sono disponibili. SI spera che con la prossima legislatura le cose possano andare meglio e che si rendano le carceri più vivibili e più umane.