Smartphone, il tuo ti ascolta? La verità
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Direttore: Alessandro Plateroti

Smartphone e pubblicità: come i nostri dispositivi ci danno l’impressione di essere ascoltati

cellulare smartphone uomo

Il tuo smartphone spia attivamente le tue conversazioni? Ecco perché ti sembra di essere ascoltato.

Ti è mai capitato di parlare con amici di un viaggio o di un concerto e poi vedere annunci correlati sul tuo smartphone? Non sei il solo. Molti di noi provano questa sensazione, ma il motivo non è un vero e proprio ascolto attivo da parte dei dispositivi. In realtà, dietro queste “coincidenze” si celano algoritmi che analizzano i nostri comportamenti online, creando l’illusione che i nostri smartphone ci stiano spiando.

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Perché pensiamo che lo smartphone ci spii

Sebbene possa sembrare che il nostro smartphone ci ascolti, la verità è che non si tratta di un vero e proprio “spionaggio” delle conversazioni. Così come spiega Focus, quello che accade è che gli algoritmi avanzati utilizzati dai grandi player del mondo digitale come Google, Amazon e Facebook analizzano continuamente il nostro comportamento online, tracciando ogni clic, ricerca o interazione sui social. Quando parliamo di un viaggio o di un concerto e poi vediamo annunci pubblicitari pertinenti. Gli algoritmi hanno già tracciato interessi simili, basandosi su precedenti ricerche o interazioni.

La pubblicità che vediamo è frutto di una raccolta massiva di dati sui nostri comportamenti digitali, non di una registrazione di conversazioni vocali. Inoltre, il cosiddetto “profiling” è spesso potenziato da terze parti che aggregano e vendono dati alle aziende, creando un’immagine precisa di ciò che ci potrebbe interessare.

L’illusione di essere spiati

Molte persone sperimentano quella che viene definita l’illusione di ascolto, ma in realtà questa sensazione deriva da una combinazione di fenomeni psicologici e tecnologie sofisticate. Uno degli elementi chiave è l’effetto Baader-Meinhof, conosciuto anche come illusione di frequenza. Questo fenomeno si verifica quando, una volta focalizzata l’attenzione su un argomento, tendiamo a notarlo con maggiore frequenza nel nostro ambiente.

Ad esempio, dopo aver discusso di un viaggio o di un prodotto, il nostro cervello diventa più attento e selettivo nel notare annunci o informazioni correlati a quell’argomento. Gli algoritmi, poi, giocano un ruolo fondamentale nel rafforzare questa sensazione: analizzando la nostra attività online, i sistemi di machine learning sono in grado di prevedere i nostri interessi futuri e proporci contenuti personalizzati, creando l’impressione che il nostro telefono sappia sempre di cosa abbiamo bisogno. Nonostante ciò, è importante ricordare che l’ascolto attivo non avviene; ciò che ci dà questa impressione è una miscela di psicologia e raccolta dati che monitora costantemente il nostro comportamento digitale.

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ultimo aggiornamento: 19 Settembre 2024 17:50

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