Gullermo Soehnlein, co-fondatore di Ocean Gate, ha parlato di quale potrebbe essere stata la fine del sottomarino Titan.
La notizia della morte degli ospiti del sottomarino Titan, sceso nelle profondità oceaniche per permettere ai suoi ospiti di osservare da vicino il relitto del Titanic, non ha sorpreso nessuno. Il sommergibile, una volta perso il contatto con la superficie, è rimasto in fondo al mare, nel buio più totale e con una limitata riserva di ossigeno. Ritrovarlo, dopo i suoi spostamenti casuali per i movimenti delle correnti oceaniche, sarebbe stato quasi impossibile.
La Guardia Costiera americana ha rivelato di aver trovato alcuni detriti di Titan, una conferma che ha permesso a Guillermo Soehnlein di ipotizzare quello che può essere successo ad una delle sue creazioni. L’uomo, infatti, è il co-fondatore di OceanGate, società che ha costruito il sottomarino.
Cosa è successo al sottomarino?
Soehnlein ha creato OceanGate insieme a Stockton Rush, il pilota intrappolato nel Titan. “Quello che so – ha commentato il co-fondatore della società – è indipendentemente dal sottomarino, quando si opera in profondità la pressione è così grande su qualsiasi sommergibile che, se si verifica un guasto, si verificherebbe un’implosione istantanea. Se è quello che è successo, sarebbe accaduto quattro giorni fa”. Una morte veloce, quindi, quella che si è portata via le vite degli ospiti di Titan, rimasti schiacciati dall’enorme peso dell’acqua sopra di loro.
“So – ha aggiunto Sohnlein – che il nostro protocollo per le comunicazioni perse prevede che il pilota faccia emergere il sottomarino. Fin dall’inizio ho sempre pensato che fosse probabilmente quello che avrebbe fatto Stockton“. C’è la possibilità, quindi, che pilota del sommergibile abbia tentato di risalire in superficie. Questa opzione, però, renderebbe ancora più difficile ritrovarlo secondo gli esperti.