Cuno Tarfusser starebbe lottando in buona fede per dimostrare l’innocenza dei due killer della strage di erba, condannati nel 2008.
Cuno Tarfusser, sostituto procuratore di Milano, dovrà difendersi dalle accuse disciplinari per aver depositato la richiesta di revisione del processo “violando il documento organizzativo dell’ufficio“. Il giudice, infatti, aveva chiesto che le indagini e le inchieste sulla strage di Erba venissero riaperte qualche mese fa. Per questo, Francesca Nanni, dirigente della Procura generale di Milano, ha firmato un esposto contro di lui.
Tarfusser, secondo quanto affermato dal Corriere della Sera, è convinto che Olindo Romano e Rosa Bazzi non c’entrino nulla con gli omicidi di Raffaella Castagna, di suo figlio Youssed Marzouk, della nonna Paola Galli e della vicina Valeria Cherubini. Sui delitti, avvenuti nel 2006, aveva testimoniato uno dei sopravvissuti alla strage, Mario Frigerio, morto nel 2014. I due coniugi erano stati condannati all’ergastolo nel 2008, sentenza poi riconfermata in appello.
La causa contro il procuratore
Cuno Tarfusser aveva depositato la richiesta di revisione del processo sulla strage di Erba lo scorso 31 marzo. Per lui, Rosa e Olindo sarebbero scagionati da tre prove precise. La Procura, invece, non sembra molto d’accordo e lo ha accusato di aver “violato i doveri di correttezza, riserbo ed equilibrio in palese violazione del documento organizzativo dell’ufficio, che assegna all’Avvocato generale e al Procuratore generale la facoltà di richiedere la revisione di sentenze“.
Tarfusser è stato anche interrogato dalla Cassazione, a Roma, e ha ribadito la propria imparzialità nel voler scagionare Rosa e Olindo. Il giudice ha definito come assurdo il fatto che il futuro di due persone che si trovano in carcere debba dipendere dall’interpretazione di un regolamento interno. La Cassazione, raccolti questi elementi, dovrà scegliere cosa fare con Tarfusser: sarà processato?