Un uomo condannato in Pennsylvania per l’omicidio della fidanzata incinta: l’ha uccisa con un colpo di fucile e poi investita con un pick-up.
Mentre, a Trieste, un uomo tenta di accoltellare la moglie alla gola dopo una lite, un altro caso di violenza domestica scuote profondamente la Pennsylvania dove un giovane è stato condannato all’ergastolo per l’omicidio della sua fidanzata incinta, colpevole – secondo lui – di aver “rovinato la sua vita” con la gravidanza. I dettagli emersi dalle indagini, come riportato da Lawandcrime.com, dipingono un quadro agghiacciante.

Uccide la fidanzata incinta: la dinamica dei fatti e la confessione
Il protagonista di questra tragedia ha ammesso la propria colpevolezza, riconoscendosi responsabile di omicidio di primo grado e omicidio di un bambino non ancora nato. Nonostante il patteggiamento, il giudice ha deciso per la pena dell’ergastolo senza possibilità di rilascio.
Il crimine è avvenuto nel novembre 2023, quando l’uomo ha sparato alla testa della compagna con un fucile e l’ha investita con il suo pick-up. Il movente sarebbe emerso nei giorni precedenti, quando l’indagato aveva espresso in più occasioni la propria rabbia per la gravidanza.
Un testimone ha riferito che l’uomo avrebbe detto di voler “prendere a calci e picchiare il bambino per farlo uscire dalla vittima“. Dopo una visita medica, avrebbe chiesto con freddezza: “Possiamo ucciderlo ora?“.
Un tentativo di fuga e la scoperta del cadavere
Dopo il delitto, il corpo è rimasto nascosto per oltre un mese. L’uomo avrebbe pianificato di sottrarsi alla giustizia, e secondo quanto riferito dalla nonna alla polizia, aveva “tendenze suicide e voleva suicidarsi tramite la polizia“. Il giorno dell’arresto ha sparato due colpi, costringendo la polizia a rispondere al fuoco, prima di fuggire brevemente con il suo veicolo e finire fuori strada. È stato infine catturato dopo essere fuggito a piedi.
Durante l’interrogatorio, ha ammesso il crimine: “Le ho sparato, ca**o“, ha detto agli investigatori. Alla domanda su dove si trovasse l’arma, ha risposto ridendo: “Era nella mia mano“. Solo due ore dopo l’arresto, il corpo è stato rinvenuto nei pressi di una strada, con tracce di pneumatici sopra.