Le conseguenze della sparatoria a Washington vicino alla Casa Bianca. Il fermo a presunto aggressore e la dura reazione di Trump.
Si è temuto il peggio in merito alla sparatoria a Washington vicino alla Casa Bianca dove sono rimasti colpiti due membri della Guardia Nazionale. A stretto giro è arrivata la dura presa di posizione del presidente americano Donald Trump che non si trovava nella dimora presidenziale al momento dei fatti. Le autorità avrebbero anche bloccato il presunto aggressore.

Sparatoria vicino alla Casa Bianca: la rabbia di Trump
A seguito della sparatoria andata in scena vicino alla Casa Bianca a Washington, il presidente americano Donald Trump ha spiegato: “Questo atroce assalto è stato un atto di malvagità, di odio e di terrore. È stato un crimine contro la nostra intera nazione, contro l’umanità intera”. Lo stesso tycoon ha confermato anche alcune generalità in merito all’aggressore.
“In base alle informazioni raccolte, il Dipartimento della sicurezza nazionale è convinto che il sospetto in custodia sia uno straniero che è entrato nel nostro Paese dall’Afghanistan, un inferno sulla Terra”, ha aggiunto Trump confermando poi l’impegno contro gli immigrati. “Ora riesamineremo ogni singolo straniero che è entrato nella nostra nazione dall’Afghanistan sotto la presidenza Biden”. Lo stesso leader USA ha poi confermato la richiesta di schierare altri 500 militari a Washington.
Chi è l’aggressore afghano
Sulla situazione avvenuta vicino alla Casa Bianca, CNN e Fox News, ma anche altri media americani, avrebbero confermato alcune generalità dell’aggressore. Si tratterebbe di un cittadino afghano che in passato avrebbe lavorato con le forze armate americane in Afghanistan prima di essere esfiltrato negli Stati Uniti. L’uomo, 29 anni, pare abbia avuto una collaborazione con l’esercito e con la Cia e sarebbe arrivato nel Paese nel 2021, un mese dopo il ritiro caotico delle truppe americane dall’Afghanistan. L’uomo vivrebbe nello Stato di Washington, sulla costa ovest, e si ritiene abbia agito da solo.