Spiare non è libertà di stampa

Spiare non è libertà di stampa

Paghiamo i funzionari pubblici per proteggere i nostri dati sensibili, ci ritroviamo invece traditi: manipolano senza scrupoli ciò che dovrebbero custodire, sfruttano le nostre informazioni per propri interessi e le espongono al pubblico con disprezzo.

Il discorso pubblico in Italia purtroppo non solo è sempre più ideologico ma è anche sempre più confuso. Siccome parliamo spesso della democrazia a rischio, e spesso a sproposito, quello che sta venendo fuori dall’Inchiesta di Perugia sulla gestione illegittima della banca dati della Direzione nazionale antimafia ma anche di altre banche dati della filiera giustizia è, a buona ragione, invece molto democraticamente inquietante.

Le notizie sono tante ma ancora accavallate, importante è allora fare chiarezza. Giorgia Meloni e sopratutto gli esponenti di Fratelli d’Italia sono convinti si tratti di una manovra politica contro il governo e contro il centrodestra. Sono soprattuto di quell’area i politici spiati e, tra virgolette, messi in pubblico senza troppe necessità giornalistiche da giornalisti compiacenti ideologicamente e complici, se verrà dimostrato, nella costruzione di fonti fasulle o illegittime.

Guido Crosetto

Tutto da provare, tutto da verificare, però intanto diciamolo subito, la libertà di stampa in questa vicenda non c’entra nulla.

Quelli che vedono bavagli ovunque sono spesso quelli che vedono fascisti e repressori ovunque. E’ bastata poi la solita, e giusta, esternazione di Mattarella per dare il via agli scienziati dell’ obliquità semantica, modo colto di definire il vecchio scolastico fuori tema.

Il punto qui non sono i giornalisti, semmai chi ha sbagliato pagherà, ma i funzionari pubblici che anziché vigilare per conto nostro, li paghiamo, su dati sensibili, li manipolano, li sfruttano e li pubblicano.

Il tema è quanti sono e chi sono questi traditori della democrazia popolare, e che disegno hanno in mente. Traffico di dati per business o per cambiare lo scenario politico ?

Seguiamo con attenzione e non minimizziamo, non buttiamo tutto in vacca come al solito.

Intanto il mio naso sente puzza di servizi segreti diciamo poco istituzionali. Dalla notte in cui tutte le vacche sono nere, definizione elegante hegeliana della confusione, aspettiamo il giorno della verità.