Spoils system: nuove nomine anche per il Pnrr

Spoils system: nuove nomine anche per il Pnrr

Nuove nomine in arrivo per circa 40 vertici. Prosegue dritto lo spoils system del governo Meloni nonostante le critiche.

La premier Giorgia Meloni e il suo governo sono intenzionati a rivedere tutte le cariche ai vertici dei ministeri e della pubblica amministrazione. Lo spoils system normato da Amato prima e da Berlusconi poi prevede che senza una riconferma entro tre mesi dal giuramento di un nuovo governo, le dirigenze decadono automaticamente. Il nuovo esecutivo è intenzionato a fare piazza pulita di coloro che mettono in atto le decisioni politiche dei ministri.

Il direttore generale del Tesoro, Alessandro Rivera, nominato dal primo governo Conte, dovrebbe lasciare il posto. Stesso discorso per Elisabetta Belloni, direttrice generale del Dipartimento per le informazioni sulla sicurezza, che potrebbe lasciare il posto a Giuseppe Zafarana, comandante generale della Guardia di Finanza. Meloni tira dritto su questa strada e difende questa scelta il ministro Crosetto. «Abbiamo il diritto di scegliere con chi vogliamo lavorare. Basta con l’occupazione del Pd», dice il ministro della Difesa. Mentre Giovanni Donzelli di Fratelli d’Italia rincara la dose: «Vogliono comandare dopo aver perso? Noi non li lasceremo nei posti chiave».

primo consiglio dei Ministri governo Meloni

Il cambio di governance del governo Meloni tocca tutte le cariche

Stessa linea di Crosetto che chiede retoricamente: “Dopo che il Pd ha stipato di suoi eletti, ex eletti o funzionari tutte le istituzioni della Repubblica, noi saremmo obbligati a tenerceli? In pratica qualsiasi cosa decidano gli italiani, al governo dovrebbe rimanere sempre il Pd? Mettiamolo in Costituzione e facciamo prima: articolo 1, “la sovranità appartiene al Pd”» ironizza il ministro.

Intervistato dal Corriere della Sera, il ministro della difesa chiarisce: “Qui non c’entra lo spoils system, c’entra la non funzionalità di un sistema i cui i tempi, le cui procedure, i cui vincoli, rendono infinitamente più difficile per tutti operare, a ogni livello, rispetto a qualsiasi altro paese moderno. Il Pnrr ci concede miliardi da spendere in opere pubbliche. Sa quanto ci vuole in Italia mediamente per rendere finale un’opera da oltre 100 milioni? Oltre 17 anni! E sa quanti anni prevedeva il Pnrr per la realizzazione finale di un progetto? Cinque anni che ora sono diventati quattro».

Anche i capi di Unità di missione del Pnrr per ogni ministero sono in bilico. Nel frattempo, Raffaele Fitto, il ministro degli Affari europei responsabile del Piano, ha avviato un confronto con Bruxelles proprio per cambiare la «governance» con una nuova norma e senza strappi. Fitto poi si confronterà con ogni ministro sui manager e valuterà ma qualsiasi cambio di gestione dovrà essere coordinato con Bruxelles.