Sposarsi aumenta il rischio di una grave malattia: lo studio
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Direttore: Alessandro Plateroti

Sposarsi aumenta il rischio di una grave malattia: lo ha rivelato un importante studio

Matrimonio

Secondo un recente studio, sposarsi nuocerebbe gravemente alla salute e sarebbe legato all’insorgere di una importante malattia.

Una ricerca pubblicata sulla rivista Alzheimer’s & Dementia ha riportato in auge il dibattito sugli effetti del matrimonio sulla salute mentale. Secondo lo studio, condotto su oltre 24.000 adulti statunitensi per un arco temporale di 18 anni, chi è sposato avrebbe un rischio maggiore di sviluppare demenza rispetto ai coetanei non sposati. Scopriamo, dunque, cosa è emerso nel dettaglio.

Sposarsi nuoce alla salute, a dirlo uno studio

I partecipanti alla ricerca, ossia uomini e donne tra i 50 e i 104 anni, sono stati sottoposti a test neuropsicologici periodici per valutare lo stato della loro memoria e delle funzioni cognitive.

Fin dalle prime valutazioni, è emerso che i soggetti non sposati – single, divorziati e vedovi – sviluppavano di meno forme gravi di demenza. Il rischio per queste persone risultava, infatti, ridotto di almeno il 50% rispetto a chi viveva una relazione coniugale.

Generazione Z
Generazione Z

Gli studiosi, pur ammettendo che i motivi di questa differenza non siano ancora del tutto chiari, avanzano alcune ipotesi: la vita di coppia potrebbe portare ad una riduzione delle relazioni sociali esterne, nonché delle occasioni stimolanti sul piano cognitivo.

Chi vive da solo, al contrario, sarebbe più portato a coltivare amicizie e frequentazioni, mantenendo attiva la mente grazie ad una rete sociale più ampia.

La scienza si divide: coppia o solitudine?

A guidare la ricerca è stata Selin Karakose, che sottolinea come una quotidianità scandita da relazioni sociali, indipendenza e esperienze diverse rappresenti una sorta di allenamento continuo per il cervello.

Altri studi condotti in passato avevano – però – dicevano l’esatto opposto, ossia che il matrimonio, con il suo supporto emotivo e la condivisione delle attività, potesse avere un effetto protettivo contro il deterioramento cognitivo.

Come spesso accade in ambito scientifico, una sola ricerca non basta per stabilire una verità definitiva ed unica, in quanto i dati vanno letti con cautela, tenendo conto di tante variabili, dal punto di vista individuale e culturale.

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ultimo aggiornamento: 28 Maggio 2025 9:12

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