Lo comunica Bloomberg News: dopo i tagli delle grandi Big Tech, anche Spotify si aggiunge alle società che stanno tagliando costi.
Un’altra Big Tech che si piega ai tagli di massa, dopo i 18 mila licenziamenti di Amazon, i 11 mila di Meta, i 10 mila di Microsoft, e le 12 mila persone lasciate a casa da Google. L’ultima notizia arriva da Spotify, la piattaforma di streaming musicale che annuncia la riduzione del 6% dei suoi circa 9.800 dipendenti.
L’annuncio di Ek
Il Ceo Daniel Ek comunica la decisione ai dipendenti, spiegando chein questo modo l’azienda cercherà di “generare più efficienza, controllo dei costi e accelerare i processi decisionali, ho deciso di ristrutturare la nostra organizzazione”. Inoltre Dawn Ostroff, chief content & advertising business officer, lascerà l’incarico nell’ambito di una più ampia riorganizzazione aziendale.
Anche per Spotify i costi da sostenere sono diventati eccessivi, per cui investire oltre la crescita dei ricavi sarebbe stato “troppo ambizioso”. “Sarebbe stato insostenibile nel lungo termine in qualsiasi circostanza, ma in questo contesto sfidante chiudere il gap sarebbe ancora più difficile”, dichiara Ek.
Google lascia a casa 12mila dipendenti
La notizia del taglio occupazionale di Spotify arriva dopo Alphabet, la holding che controlla Google e che ha deciso di tagliare circa 12.000 posti di lavoro, più del 6% della sua forza lavoro globale. Ad annunciarlo all’azienda è stato l’amministratore delegato, Sundar Pichai: “Abbiamo intrapreso una rigorosa revisione delle aree di prodotto e delle funzioni per garantire che il nostro personale e i nostri ruoli siano allineati con le nostre più alte priorità come azienda”.
Google ha vissuto gli ultimi due anni di forte crescita, periodo in cui molti lavoratori sono stati assunti. Ma adesso la situazione è totalmente diversa, e a malincuore l’azienda decide di fare dei tagli pur gravando sulle famiglie di quei lavoratori.