Spreco alimentare, allarmanti i dati in Italia: ecco da cosa dipende
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Direttore: Alessandro Plateroti

Spreco alimentare, allarmanti i dati in Italia: ecco da cosa dipende

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In Italia i dati relativi allo spreco alimentare sono allarmanti: lo riferisce la Fao. Ma da cosa dipende questo fenomeno in crescita?

In Italia scatta l’allarme spreco alimentare: il numero dei rifiuti di cibo è in costante aumento. Lo ha riferito il ministro dell’Ambiente e della Sicurezza energetica Gilberto Pichetto Fratin. Le sue dichiarazioni: “Lo spreco danneggia l’ambiente ed è un costo energetico insostenibile. Rafforzare le buone pratiche”. 

Le cause del fenomeno

Ieri, 5 febbraio, si è tenuta la Giornata nazionale di prevenzione dello spreco alimentare. Si tratta di un fenomeno molto diffuso anche a partire dalle piccole realtà quotidiane familiari. A causa del processo di industrializzazione le famiglie italiane tendono ad acquistare al supermercato un elevato quantitativo di cibi alimentari. 

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Questo stesso cibo, acquistato talvolta in maniera spropositata, tende a scadere diventando quindi un alimento non consumabile. Allo stesso modo numerose industrie durante i processi di lavorazione del cibo tendono a sprecarne grandi quantità, spesso scartate in quanto considerate inutili nella produzione del prodotto finale o anche quando esteticamente non soddisfano gli standard.  

Ma anche alcune attività commerciali sono soggette allo spreco alimentare. Parliamo ad esempio di panettieri, bar o ad esempio pasticcerie, che a fine giornata si ritrovano con quantitativi – più o meno importanti – di cibo invenduto che non può essere più servito alla clientela il giorno successivo. 

La Fao, l’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura, ha stimato in Italia uno spreco alimentare che arriva fino a 65kg di cibo all’anno. “Lo spreco alimentare reca danno all’ambiente e rappresenta un insostenibile costo energetico, oltre ad essere un peso etico della nostra società di fronte alla povertà. È una realtà che riguarda tutti noi: coltivare, produrre, trasportare e conservare cibo che poi non mangeremo e getteremo via, con il relativo smaltimento, determina una catena di costi energetici che, a maggiore ragione oggi, non può essere accettata”. Sono queste le dichiarazioni del ministro dell’Ambiente e della Sicurezza energetica, Gilberto Pichetto Fratin. 

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ultimo aggiornamento: 6 Febbraio 2023 15:27

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