Stadio della Roma, De Vito ai domiciliari: accolta l'istanza della difesa
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Direttore: Alessandro Plateroti

Stadio della Roma, De Vito torna libero: accolta l’istanza della difesa

Marcello De Vito, uno dei principali indagati nel processo sullo stadio della Roma, è libero. Accolta l’istanza della difesa.

ROMA – Marcello De Vito è libero. Il Tribunale di Roma ha deciso di revocare la misura cautelare in carcere all’ex presidente dell’Assemblea Capitolina. Per lui è stato fissato un processo con rito abbreviato il prossimo dicembre.

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Marcello De Vito ai domiciliari

Dopo tre mesi di carcere Marcello De Vito è ritornato a casa. Il Tribunale ha accettato la richiesta della difesa del presidente dell’Assemblea Capitolina che ora si trova ai domiciliari. Ricordiamo che il politico è uno dei principali imputati nel processo sullo Stadio della Roma.

Siamo soddisfatti – avevano dichiarato i suoi legali – e felici che possa tornare all’affetto dei suoi cari. Allo stesso tempo siamo convinti che si possa preparare al meglio per i prossimi sviluppi processuali. Saremo comunque pienamente soddisfatti solo quando il presidente De Vito riacquisterà la piena libertà e solo dopo che sarà stato chiarito ogni aspetto di questa vicenda“.

Tribunale di Milano
fonte foto https://www.facebook.com/francesco.nicastro

Stadio della Roma, De Vito ancora presidente dell’Assemblea Capitolina

L’arresto dai domiciliari non risolve il ‘caso’ di Marcello De Vito come presidente dell’Assemblea Capitolina. L’esponente M5s non ha rassegnato le dimissioni e sono tre mesi che la giunta Raggi non ha la possibilità di eleggere il suo sostituto. E nei giorni scorsi ha rassegnato le dimissioni anche il suo vice Enrico Stefàno.

Intanto, però, la lettera scritta dalla sorella di De Vito ha scatenato diverse polemiche: “In Italia – si legge nella missiva riportata da Il Fatto Quotidianoè consentita la carcerazione preventiva durante le indagini in tre casi: pericolo di fuga e conseguente sottrazione al processo ed alla eventuale pena, pericolo di reiterazione del reato e pericolo di turbamento delle indagini“.

E attacca duramente la giustizia italiana: “Differentemente si chiama tortura. Di tanti corrotti, stupratori, assassini, mandati agli arresti domiciliari, o lasciati sui lo scranni, solo a lui è stato riservato un trattamento speciale. Questo non può essere un caso personale ma una vicenda giudiziaria“. Una lettera che ha scatenato diverse polemiche.

fonte foto copertina https://www.facebook.com/francesco.nicastro

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ultimo aggiornamento: 19 Novembre 2019 13:33

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