Stellantis avverte che senza un forte aumento delle vendite di auto elettriche sarà costretta a chiudere stabilimenti.
Stellantis, frutto della fusione tra PSA e FCA, si trova al centro di una tempesta. La causa è nota: le nuove regole dell’Unione Europea e le vendite di auto elettriche che non decollano. Le conseguenze potrebbero essere gravissime, soprattutto per le fabbriche italiane. Nel frattempo, un incidente aereo causa la chiusura temporanea dell’aeroporto di Birmingham.

Stellantis e il settore automobilistico verso una crisi profonda
Secondo ACEA, l’associazione dei costruttori europei, l’impatto economico delle sanzioni potrebbe superare i 15 miliardi di euro. L’allarme, spiega Motori.it, è chiaro: “Il rischio è quello di sacrificare la competitività del settore sull’altare di una transizione energetica troppo rapida“. L’industria dell’auto rappresenta oltre il 10% del PIL europeo. L’effetto domino di una crisi in Stellantis coinvolgerebbe milioni di lavoratori.
“O raddoppiamo le vendite o chiudiamo”
Le parole di Jean-Philippe Imparato, responsabile europeo del gruppo, non lasciano spazio a dubbi: “O raddoppiamo le vendite di auto elettriche, oppure eliminiamo i veicoli a combustione interna, con la conseguente chiusura di stabilimenti“. È un avvertimento diretto all’UE, aggiunge Clubalfa.it, ma anche un segnale chiaro alle istituzioni e ai lavoratori: il tempo per adattarsi sta finendo.
Nonostante gli sforzi e le risorse investite sotto la guida di Carlos Tavares, Stellantis non ha raggiunto gli obiettivi di vendita dei veicoli elettrici. La proroga triennale sui limiti di emissioni concessa dall’Unione Europea si è rivelata insufficiente.
I numeri non bastano, e ora si rischia una multa da 2,5 miliardi di euro. Le fabbriche italiane, come Mirafiori e Pomigliano, sono tra le più esposte, mentre altrove, in Spagna, gli impianti di Vigo e Saragozza si preparano con più serenità grazie a collaborazioni come quella con CATL.
Fiat, una delle colonne storiche del gruppo, guarda con crescente preoccupazione. I suoi piani di rilancio basati sull’elettrico si scontrano con una realtà di mercato ancora poco ricettiva.