Stessa spiaggia, stesso mare, concessioni.
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Direttore: Alessandro Plateroti

Stessa spiaggia, stesso mare: ma il gestore dello stabilimento può anche cambiare

Vacanze in Italia Rimini, spiaggia, mare, resort

L’estate è ancora lontana, ma per la liberalizzazione delle concessioni balneari il tempo stringe.

Il caso Bolkestein, la direttiva europea che impone la concorrenza nel settore dei servizi, monta da quasi quindici anni ma mai come in questi giorni le concessioni a balneari e ambulanti sono state in cima all’agenda di Governo.

Da un lato, pesa la minaccia europea: dopo l’avvio della procedura d’infrazione, entro il 16 gennaio l’Esecutivo dovrà rispondere al parere motivato dell’Unione per non incorrere in sanzioni economiche. Dall’altro, gravano i rilievi costituzionali del Capo dello Stato che, in calce alla firma del ddl Concorrenza, ha espresso ai presidenti delle Camere «rilevanti perplessità di ordine costituzionale».

Il motivo? L’ennesima proroga delle licenze per il commercio su aree pubbliche: un altro anno senza gare per i balneari e altri dodici per gli ambulanti. Come dire: dagli ambulanti alle spiagge fino ai taxi, l’Italia sembra l’unico paese d’Europa incapace di aprire alla concorrenza servizi e attività ancora “riservati” a categorie protette. 

Ma la questione va anche ben oltre il tema della concorrenza: dalle concessioni balneari lo Stato incassa attualmente circa 105 milioni di euro l’anno, con i concessionari che devono versare allo Stato un canone minimo annuo di 2.500 euro: cifre ridicole se si pensa che le oltre 12mila concessioni su lidi e ombrelloni rilasciate in Italia incassano 30 miliardi l’anno, ma allo Stato vanno solo le briciole.

Insomma, la liberalizzazione delle concessioni non risponde solo all’esigenza di portare più concorrenza, investimenti e qualità del servizio nell’industria del turismo di spiaggia, ma anche a garantire allo Stato introiti più adeguati alla realtà del mercato. 

Il tempo per il governo, come detto, stringe. E anche se la Lega continua a fare muro su ogni ipotesi di liberalizzazione delle concessioni, l’esecutivo non può permettersi altri strappi con l’Europa, e non solo per il rischio di far pagare agli italiani una sanzione salatissima.

Secondo le indiscrezioni, vi sarebbe attualmente un’interlocuzione attiva con l’Unione Europea per pianificare un intervento di “riordino” delle concessioni: il “compromesso” sarebbe quello di puntare su messa all’asta delle concessioni e parallelamente anche rimborsi sui proprietari che hanno già investito svariati fondi in questi anni di “impasse” sulla legge Bolkestein in materia di concessioni balneari e ambulanti.  

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ultimo aggiornamento: 8 Gennaio 2024 11:15

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