Le stime di Coldiretti sugli effetti del coronavirus nel settore agroalimentare nazionale.
ROMA – 3 miliardi di euro. E’ questa la perdita del settore agroalimentare nazionale secondo le stime di Coldiretti per l’emergenza coronavirus. Secondo quanto precisato dalla Confederazione, nei mesi di luglio, agosto e settembre si prevede un calo del 48% di cene e pranzi fuori casa con numeri che ‘pesano’ su cibo e vino.
L’associazione, sottolinea, come in settori come quello ittico e vitivinicolo la ristorazione rappresenta il principale canale di commercializzazione per fatturato e sta subendo un calo importante dal punto di vista di fatturato.
Il turismo
Un drastico calo che sembra essere legato anche alla mancanza di turismo estero. Nel 2019 nel trimestre estivo (luglio, agosto e settembre) in Italia sono stati registrate oltre 16 milioni di cittadini stranieri.
Numeri che non si ripeteranno nell’anno in corso. Anzi, è forte il rischio di un azzeramento dei dati per le preoccupazioni e i vincoli resi necessari per non far riprendere l’epidemia. Emergenza che potrebbe mettere a serio rischio il nostro settore agroalimentare con la ripresa che si spera possa avvenire sul finire del 2020 anche se difficilmente si potranno recuperare le perdite registrate durante il periodo di piena pandemia.
Made in Italy
Emergenza che rischia di pesare anche sui prodotti Made in Italy all’estero. In particolare, precisa l’associazione, la mancata promozione sugli alimenti e le bevande del nostro territorio potrebbe portare ad un ulteriore crollo dei guadagni di questo settore.
Numeri che si prevedono negativi per il terzo trimestre del 2020. Difficile un recupero nell’ultima parte dell’anno anche se tutti si augurano una ripresa dell’economia. E’ alto il timore, però, di una ricaduta dell’epidemia. Seconda ondata che potrebbe essere la mazzata definitiva per il nostro Paese non solo dal punto di vista sanitario, ma anche da quello sociale ed economico.