Tra le economie del G7, sono in Italia il reddito familiare reale pro capite è diminuito dello 0,3% nel secondo trimestre.
Il reddito delle famiglie nell’area Ocse è aumentato quasi ovunque per il quarto trimestre consecutivo: ma non è così per l’Italia. L’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico, evidenzia come nel nostro Paese il reddito reale delle famiglie sia diminuito dello 0,3% nel secondo trimestre del 2023.
La situazione economica in Italia
In Italia, il reddito reale procapite è diminuito dello 0,3% nel secondo trimestre del 2023 dopo essere aumentato del 3% nel primo trimestre. Il Pil reale procapite, invece, è diminuito dello 0,3% dopo un aumento dello 0,7% nel primo trimestre.
Uno scenario drammatico quello del nostro Paese, in cui oggi gli stipendi valgono meno di 30 anni fa, evidenziando un valore reale che è calato di più in questi ultimi anni caratterizzati, da un’inflazione relativamente sostenuta.
I dati degli altri Paesi Ocse
Dei 21 Paesi per cui sono disponibili dati (manca il Giappone), 11 hanno registrato un aumento dei redditi nel secondo trimestre, mentre 10 hanno sembrano in netto calo.
Tra le economie del G7, il reddito reale pro capite è aumentato in tutti i Paesi: si tratta del Canada che ha registrato il maggiore aumento del reddito con +1,2% (dopo -2%), mentre di seguito troviamo il Regno Unito (+0,9% dopo -0,3%). Negli Stati Uniti la crescita è stata dello 0,5% (dopo +2,3%) come anche in Germania (dopo -0,4%), e in Francia l’aumento è stato dello 0,1% (dopo -0,4%).
I punti critici in Italia
Il potere d’acquisto delle famiglie italiane – preceduta da un 2022 di forti cali – si riduce sempre di più (un crollo del 20%) in una realtà in cui si preferisce acquistare beni di scarsa qualità pur di risparmiare qualche soldo in più. Lo stop al reddito di cittadinanza, poi, ha solo incrementato la povertà dell’Italia.
Inoltre, l’aumento dei tassi d’interesse ha fatto aumentare nettamente le rate dei mutui variabili e il costo di quelli di nuova sottoscrizione. A questi si aggiungono i costi dell’energia, che restano ancora sopra la media storica.