Storia di un’azienda salvata dai suoi dipendenti: la Cartiera Pirinoli s.c.

Storia di un’azienda salvata dai suoi dipendenti: la Cartiera Pirinoli s.c.

Fondata a fine ‘800, la Pirinoli continua a produrre cartoncini con carta riciclata grazie a 76 dipendenti diventati anche soci.

Scrivere della Cartiera Pirinoli s.c. è raccontare di un piccolo miracolo italiano, di un esempio di come l’unione delle forze, degli obiettivi e delle speranze dal “basso” può rivelarsi talmente prorompente da riuscire ad invertire il corso degli eventi, trasformando una situazione difficoltosa in un quadro favorevole, quando non addirittura in una rinascita florida e positiva. L’azienda, situata nel cuneese, una decina di anni fa e dopo più di un secolo di attività ad alti livelli, si trovava infatti sull’orlo del fallimento e si è salvata solo grazie ai suoi operai, che hanno accettato di costituire una cooperativa, diventando di fatto soci della loro stessa ditta. A distanza di anni, la cartiera ha realizzato il miglior fatturato di sempre ed ha ricevuto svariati riconoscimenti per la sua vocazione verso la sostenibilità ambientale.

Dalla nascita al rischio di fallimento: la storia dell’impresa

Più di 150 anni ci separano da quel lontano 1872 in cui Gaspare Pirinoli, originario del Verbano-Cusio-Ossola, decise di stabilirsi più a sud nel Piemonte, tra la Valle Vermenagna e la Valle Gesso, e più precisamente nel comune di Roccavione, per avviare insieme ai figli la sua ditta. Una cartiera per la produzione di carta da imballo, che necessitava, come di norma, di un corso d’acqua nelle vicinanze per impiegarne l’energia idraulica. Gaspare acquistò dunque un piccolo salto d’acqua del vicino canale Naviglio, e aprì lo storico stabilimento. Inizialmente il loro lavoro era perlopiù artigianale, ma la grande svolta arrivò nel 1889, quando, direttamente dall’Esposizione Universale di Parigi, venne acquistata la prima macchina continua per carta.

Dal 1937, l’azienda passò poi nelle mani della famiglia Eva e fu proprio in questi anni che si impose sul mercato internazionale con il suo cartoncino per astucci stampati, di cui, all’inizio del nuovo millennio, era tra i primi dieci produttori continentali. Nel 2006 arrivò poi la rilevazione della Pkarton S.p.A. e pochi anni dopo, il rischio del fallimento. Era il 2012, tutti i dipendenti avevano davanti a sè l’ipotesi nera del licenziamento e sembrava non esserci via di scampo. Come ricorda l’attuale presidente Silvano Carletto a MondoEconomico.eu, una cordata di imprenditori dalla Lombardia inizialmente interessata a comprare l’azienda si tirò indietro, e allora l’unica strada percorribile sembrò essere quella del workers buyout. “Il curatore fallimentare ci ha suggerito di rilevare noi l’azienda, creando una cooperativa. Eravamo digiuni in materia, non sapevamo neanche bene da dove partire, ma volevamo a tutti i costi salvare l’azienda“.

Così, con l’aiuto della Legacoop di Cuneo, del fondo mutualistico Coopfond e di Cfi, società partecipata dal Mise, nel 2015 circa 70 dipendenti hanno accettato di investire parte del loro Tfr e indennità di mobilità nell’impresa, il cui destino si era ormai strettamente intrecciato al loro, e ne sono diventati formalmente soci. La Cartiera Pirinoli è dunque diventata una società cooperativa ed ha continuato la sua attività a Roccavione. Con enorme successo, peraltro, tanto da chiudere il 2022 con un fatturato record di 64 milioni di euro (secondo i dati riportati da Cuneo24.it), nonostante la concorrenza asiatica e il caro energia dell’ultimo periodo. Operai e impiegati che hanno creduto nella ditta sono stati ripagati, con un ristorno di oltre 5 mila euro ciascuno.

Pirinoli, un’azienda sostenibile

L’impresa cuneese continua dunque tutt’oggi nella sua produzione specializzata di cartoncino multistrato e monolucido per astucci pieghevoli – quello delle confezioni che troviamo sugli scaffali dei supermercati, per capirci – e di cartoncino grigio/grigio per cartotecnica, tubi e interfalde. Con circa 100.000 tonnellate di prodotto realizzato all’anno grazie ad impianti automatizzati, all’avanguardia e affidabili, riesce a coprire i mercati di tutta Italia e tutta Europa.

Ciò che più caratterizza la Cartiera è però la grande impronta eco-friendly dello stabilimento, che le è valso – tra gli altri riconoscimenti – il premio di Legambiente “Ambientalista dell’anno” nel 2019. La sostenibilità parte già dalle materie prime impiegate: l’80% di esse provengono infatti da carta riciclata da raccolta differenziata, e, a loro volta, i cartoncini prodotti con queste sono poi riciclabili. Grande attenzione è anche dedicata all’acqua, fondamentale per i processi produttivi del settore cartario: la ditta ne utilizza meno di 10 litri per ogni kg di prodotto realizzato, e di questi, ben il 95% viene riutilizzato. La parte che viene reimmessa nel torrente è inoltre scrupolosamente depurata.

A tutto questo, si aggiunge l’impegno che la Pirinoli mette sin dalla sua fondazione nell’autoproduzione dell’energia. Ora non fa più affidamento sulla potenza delle acque circostanti, bensì può contare su un impianto di cogenerazione alimentato a gas naturale, che produce tutta l’energia elettrica e il vapore necessario per il funzionamento dei macchinari. Bassissimi i livelli di CO2 emessi e alti quelli dell’energia termica recuperati: la Cartiera è un vero e proprio portabandiera dell’economia circolare.