Strage di Erba, giudice condanna Azouz Marzouk: ecco perché

Strage di Erba, giudice condanna Azouz Marzouk: ecco perché

Arriva la condanna per diffamazione da parte del giudice nei confronti di Azouz Marzouk, familiare di due vittime della strage di Erba.

Ad oggi sono trascorso 12 anni dalla strage di Erba, la terribile vicenda nella quale morirono quattro persone ed una fu ferita a morte. È giunta nei giorni scorsi la sentenza da parte del giudice monocratico di Como, Veronica Del Pozzo, che ha stabilito la condanna di Azouz Marzouk.

Si tratta dell’uomo che durante la strage di Erba perse suo figlio figlio Youssef e la moglie Raffaella Castagna, in quanto uccisi brutalmente mentre erano nel loro appartamento. Il giudice ha stabilito per l’uomo una condanna a 2 anni e 6 mesi e dovrà risarcire con 70mila euro – 35mila euro ciascuno-, Giuseppe e Pietro Castagna. Si tratta dei fratelli di una delle vittime uccise da Olindo Romano e Rosa Bazzi.

Secondo quanto appreso, durante un’intervista l’uomo ha dichiarato: “Chi ha ucciso voleva l’eredità di mia moglie”. Secondo i legali della famiglia Castagna, – gli avvocati Massimo Campa e Daniela Spandri – “non vi è dubbio che il dito venga puntato – in maniera molto chiara – contro la famiglia Castagna, e quindi Pietro e Giuseppe Castagna, fratelli, figli e zii delle vittime del brutale omicidio. Non vi è dubbio che l’accusa del più grave dei delitti sia idonea a determinare il delitto di diffamazione”.

La vicenda

Il fatto risale all’11 dicembre del 2006. Durante la strage di Erba, persero la vita quattro persone ed una fu ferita a morte. La procura ritenne Olindo Romani e Rosa Bazzi i responsabili della strage, e la Corte di Cassazione li condannò il 3 maggio 2011.  

Nonostante apparentemente il caso avesse trovato soluzione, alcune domande non avevano trovato risposta. Durante la vicenda accaduta l’11 dicembre del 2006, una colonna di fumo si alzò da Via Diaz 25, ad Erba, un paese in provincia di Como. 

Quando si sollevò la colonna di fumo, erano le otto e sei minuti di sera. Una volta giunti sul posto per domare le fiamme, i vigli del fuoco si resero subito conto del fatto che non si era trattato di un incidente domestico.  

Il ritrovamento dei cadaveri

Giunti sul primo piano del palazzo incendiato, trovarono il corpo di Mario Frigerio con la carotide recisa. L’uomo era in fin di vita, abbandonato sul pianerottolo, probabilmente da chi aveva tentato di ucciderlo e lo credeva morto. 

Continuando, i vigili trovarono ben altro più avanti: nell’appartamento di Raffaella Castagna e Azouz Marzouk trovarono nel corridoio il corpo di Raffaella, presa a sprangate e uccisa con un coltello. Più in là c’era il corpo di sua madre, Paola Galli, uccisa nel medesimo modo. 

Poi, nel soggiorno, appoggiato sul divano c’era il corpicino di Youssef Marzouk di appena due anni, seduto in una posizione innaturale e a braccia aperte. Nel piano di sopra c’era invece il cadavere di Valeria Cherubini, moglie di Mario.  

Inizialmente le indagini si concentrarono nei confronti del padre di Youssef Marzouk, un tunisino, che aveva però un alibi di ferro. Successivamente la procura accusò Rosa e Olindo. Dopo dieci mesi di indagini, il RIS ha dichiarato i risultati dell’investigazione.