Strage di Erba, Olindo: “Io e Rosa siamo stati incastrati”

Strage di Erba, Olindo: “Io e Rosa siamo stati incastrati”

Condannato all’ergastolo con sua moglie Rosa Bazzi, Olindo Romano racconta la sua versione sulla strage di Erba.

Dopo 16 anni Olindo, condannato all’ergastolo in concorso con la moglie Rosa Bazzi con l’accusa di aver ucciso le quattro vittime della strage di Erba, ha ormai i capelli bianchi ma i ricordi nitidi. Vive in cella lontano da sua moglie, sperando ancora che venga fatta giustizia su quel caso di cui la coppia è innocente.

Cella carcere

Dopo 16 anni dall’accaduto sono ancora molti i dubbi che circondano la strage di Erba, in provincia di Como, avvenuta l’11 dicembre del 2006. Furono quattro le persone che persero la vita mentre una fu ferita a morte. Olindo Romano e Rosa Bazzi, ritenuti colpevoli della strage, furono condannati il 3 maggio 2011, continuando ancora oggi ad urlare la loro innocenza.

Le parole di Olindo

Nonostante all’interno della palazzina non era stata rinvenuta alcuna traccia, Rosa e Olindo sono stati accusati di colpevolezza sulla strage di Erba. Il loro avvocato li convinse che la strategia migliore fosse la confessione, dal momento che “non avevano scampo”. Ma i due non hanno mai smesso di urlare la loro innocenza dal carcere.

Per Olindo Romano le accuse contro di lui e sua moglie Rosa Bazzi non hanno mai avuto alcun fondamento. “Io le liti dalla casa di Raffaella e Azouz le ricordo bene, litigavano spesso, ma non per questo abbiamo pensato di fare una strage. E, in effetti, non c’entriamo nulla. Chi è stato?”.

Il 60enne conferma che sono molti “a credere che io e mia moglie non abbiamo commesso la strage di Erba. Non so perché non sia stata approfondita la pista dello spaccio di droga, continuo a pensare che sia stato più semplice incastrare due persone come noi non sveglissime e inconsapevoli di quello che ci stava piombando addosso”.

Come riporta Adnkronos che ha raccolto lo sfogo dell’uomo, Olindo ha così affermato: “Forse è arrivato il momento di fare un po’ di chiarezza”. Ha poi continuato “In cella la vita è sempre quella, nulla di nuovo. Per passare il tempo continuo a lavorare in cucina, per il resto sto senza far niente tutto il giorno, spesso in compagnia di qualche altro detenuto costretto come me in questo carcere”.

Il caso di strage

Erano le 20.06 di sera quando si alzò una colonna di fumo dall’appartamento in Via Diaz 25, ad Erba. Al loro arrivo i vigili del fuoco si resero conto che non si fosse trattato di un incidente: quattro persone persero la vita durante quella strage mentre un uomo, Mario Frigerio, era in fin di vita con la carotide recisa.

Poi Raffaella Castagna fu trovata nel corridoio uccisa con un coltello, come anche la madre Paola Galli. Nel soggiorno c’era il codi Youssef Marzouk di appena due anni, mentre nel piano di sopra c’era invece il cadavere di Valeria Cherubini, moglie di Mario.

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