Francesca Nanni, come testimone nel procedimento disciplinare contro Cuno Tarfusser per la sua gestione della revisione della strage di Erba.
Il Consiglio Superiore della Magistratura (Csm) ha fissato per il 27 febbraio un’udienza chiave, convocando Francesca Nanni, Procuratrice Generale di Milano, come testimone in un caso che scuote le fondamenta della giustizia italiana. Al centro delle indagini, il comportamento del sostituto procuratore generale milanese, Cuno Tarfusser, riguardo alla sua controversa richiesta di revisione per la strage di Erba, un caso che continua a dividere l’opinione pubblica.
La contestazione a Tarfusser: una richiesta di revisione controversa
Nell’agosto scorso, Tarfusser ha inoltrato, di propria iniziativa, una richiesta alla Corte d’Appello di Brescia per la revisione del processo che nel 2006 vide condannati all’ergastolo Olindo Romano e Rosa Bazzi. Questa mossa, secondo la Procuratrice Nanni, avrebbe oltrepassato le linee guida interne, violando i principi di correttezza e riserbo. La richiesta di revisione, basata su presunte nuove prove, ha sollevato interrogativi sul rispetto delle procedure e sull’equilibrio necessario nell’esercizio delle funzioni giudiziarie.
Le accuse e le difese nel dibattito sulla strage di Erba
Il caso Tarfusser non è solo una questione di procedura, ma solleva dubbi più profondi sulla giustizia e sull’interpretazione delle prove. La decisione di Tarfusser di agire autonomamente, contattando i difensori Schembri e Sevesi e ricevendo da loro consulenze scientifiche, è vista come una violazione dei protocolli dell’ufficio. D’altra parte, l’avvocato Emanuele Principi, difensore di Tarfusser, sostiene la legittimità e la necessità di un riesame del caso, vista la gravità delle condanne e le possibili nuove evidenze a favore degli imputati.
La Corte d’Appello di Brescia è ora chiamata a decidere sull’istanza di revisione, con un’udienza programmata per il 1° marzo, che potrebbe ribaltare una delle più controverse sentenze degli ultimi decenni. Nel frattempo, la sezione disciplinare del Csm non solo ha ammesso Nanni come testimone, ma ha anche valutato prove documentali presentate dalla difesa di Tarfusser, aggiungendo un ulteriore strato di complessità al dibattito.