Strage di Nuoro, morti pure il figlio e il vicino di Roberto Gleboni: è mistero sul movente.
“Stamattina a casa urlavano tutti”. Queste sono le drammatiche parole che ha pronunciato il quattordicenne riuscito a sopravvivere alla strage della sua famiglia, avvenuta ieri a Nuoro.
Mentre le forze dell’ordine lo accompagnavano in ospedale dopo che era stato colpito di striscio, il giovane ha descritto la terribile scena che ha preceduto la disgrazia.
Il momento della tragedia e l’interrogatorio
Il ragazzo è stato l’unico a rispondere all’arrivo di carabinieri e polizia, aprendo la porta di casa dopo aver sentito gli spari. È stato di seguito operato presso l’ospedale San Francesco di Nuoro, dove i chirurghi di Otorinolaringoiatria hanno rimosso alcune schegge dalla sua mandibola.
Al momento, il quattordicenne non ha la possibilità di incontrare nessuno, se non il personale sanitario, in attesa di essere ascoltato dagli inquirenti.
Quando le sue condizioni di salute glielo permetteranno, sarà interrogato in modalità protetta, con il supporto di un tutore e di uno psicologo infantile. Le testimonianze del giovane potrebbero rivelarsi fondamentali per chiarire i dettagli di un caso che al momento appare intricato.
Le speranze di chiarire il movente della strage, per ora rimasto ignoto, sono riposte negli accertamenti tecnici su telefoni e computer delle vittime e dell’omicida-suicida. Fino ad ora, non sono emerse evidenze di una crisi di coppia, né sono state presentate denunce o segnalazioni per episodi di violenza in famiglia. Inoltre, gli investigatori hanno già avviato accertamenti patrimoniali per valutare se questioni economiche possano aver scatenato la tragedia.
Cosa è successo a Nuoro
Nel frattempo è salito a cinque il numero delle vittime della tragica strage avvenuta a Nuoro. Ieri, un uomo di nome Roberto Gleboni ha aperto il fuoco contro la sua famiglia e un vicino di casa, per poi recarsi a casa della madre, dove ha sparato anche a lei prima di suicidarsi. La situazione si è ulteriormente aggravata dopo la morte di Francesco Gleboni, un bambino di appena dieci anni, che è spirato nella notte, poco prima di completare la procedura di accertamento della morte cerebrale.
L’autopsia sui corpi delle vittime, Giuseppina Massetti, 43 anni, e Martina, 25 anni, moglie e figlia di Gleboni, sarà effettuata sabato mattina all’ospedale Brotzu di Cagliari. Gli esami saranno condotti dal professor Roberto Demontis e dai suoi allievi.
Alcuni vicini di casa hanno espresso riserve, suggerendo che Roberto mostrava segni di tensione: “Ora parlando anche con qualche condomino, abbiamo scoperto che aveva reazioni sproporzionate a situazioni banali nel condominio”, ha riferito un vicino.
A Nuoro, è prevista una fiaccolata per venerdì 27 settembre alle 18 in segno di solidarietà verso le famiglie Gleboni e Sanna.