Cambio di scenario nel processo per la valanga del 2017, che causò la morte di 29 persone all’Hotel Rigopiano.
Arriva la svolta dopo sette anni dala tragedia di Rigopiano, avvenuta il 18 gennaio del 2017, che costò la vita a 29 persone che morirono nell’hotel travolto da una valanga. La Corte d’Appello dell’Aquila ha emesso una sentenza che cambia in modo significativo l’esito del processo di primo grado: l’ex prefetto di Pescara, Francesco Provolo (precedentemente assolto) è stato condannato a 1 anno e 8 mesi di reclusione.
Strage di Rigopiano: il verdetto dell’Appello
La sentenza di appello ha parzialmente ribaltato le decisioni prese in primo grado, dove oltre a Francesco Provolo, altri 24 imputati erano stati assolti. Ora – oltre all’ex prefetto oggi condannato a 1 anno e 8 mesi di carcere – anche Enrico Colangelo, tecnico comunale, e Leonardo Bianco, dirigente della Prefettura di Pescara, sono stati condannati. La Corte ha tuttavia confermato l’assoluzione per gli altri 22 imputati.
Nel processo di primo grado, la pubblica accusa aveva chiesto condanne per un totale di 151 anni e mezzo di carcere, ma il Gup del Tribunale di Pescara aveva ridotto la pena totale a poco più di 10 anni, distribuita tra vari imputati. Tra questi, il sindaco di Farindola e due dirigenti della Provincia di Pescara avevano ricevuto le condanne più pesanti.
Le famiglie delle vittime chiedono giustizia
I familiari delle 29 vittime della tragedia, avvenuta il 18 gennaio 2017 quando una valanga travolse l’hotel Rigopiano, hanno seguito con attenzione il processo, mai cessando di chiedere giustizia. “Dopo quello che è successo 7 anni fa, dopo tutto quello che abbiamo passato, 6 anni di udienze, di rinvii fino alla sentenza del 2023, dopo un altro anno per l’appello, non mi aspetto niente, sono esausto, non ho più paura di una nuova delusione, di sentirmi preso in giro”, aveva detto un parente il giorno prima della sentenza.
Poi ha aggiunto: “Domani sarò in aula, con il pensiero ai miei genitori e a chi ha perso la vita con loro, uno sguardo ai giudici e uno agli imputati. Inizi pure lo show. Io sono pronto”. Sebbene il percorso verso una piena risoluzione sia ancora in corso, la sentenza d’appello rappresenta per le famiglie un momento cruciale, con alcune delle loro richieste accolte.