Una strage che continua: l’ennesimo suicidio di un agente penitenziario

Una strage che continua: l’ennesimo suicidio di un agente penitenziario

Un altro agente penitenziario si è tolto la vita a Roma, portando a sei il numero dei suicidi tra gli agenti nel 2024.

Il mondo carcerario italiano è nuovamente scosso da una tragedia, un agente penitenziario di 36 anni, originario di Cittanova (RC), ha deciso di togliersi la vita nella notte, utilizzando la sua pistola d’ordinanza.

Impiegato da pochi mesi presso la Centrale Operativa Nazionale di Roma, doveva assumere servizio il giorno seguente. Il drammatico evento porta a sei il numero degli agenti penitenziari suicidi nel 2024, un dato allarmante che riflette una situazione critica all’interno delle carceri italiane.

Cella carcere

Un altro suicidio tra gli agenti penitenziari: una tragedia annunciata

Come riportato da affaritaliani.it, il Segretario Generale della UILPA Polizia Penitenziaria, Gennarino De Fazio, ha espresso profonda preoccupazione per questacarneficina” di vite umane. De Fazio denuncia l’inazione del governo, incapace di prendere provvedimenti concreti per migliorare le condizioni di lavoro degli agenti e fermare quella che definisce una “spirale di morte senza precedenti“.

La situazione delle carceri è sempre più precaria, con un totale di 52 suicidi tra i detenuti nello stesso periodo. De Fazio sottolinea che questi suicidi non possono essere considerati solo come casi isolati, ma come un segnale di un problema sistemico che affligge l’intero sistema carcerario.

L’appello della UILPA: urgente intervento del governo

In un appello accorato al Ministro della Giustizia, Carlo Nordio, e alla Premier Giorgia Meloni, De Fazio evidenzia come il suicidio di un agente penitenziario sia il risultato di una combinazione di fattori, molti dei quali legati al lavoro svolto. “Per noi, si tratta di morti in servizio e per servizio,afferma il Segretario della UILPA PP. Come riportato da affaritaliani.it

L’agente, che non era sposato, aveva prestato servizio precedentemente presso la Casa Circondariale di Locri. Suo padre, anche lui poliziotto penitenziario ora in pensione, aveva lavorato in Calabria, rendendo la tragedia familiare ancora più dolorosa.

La UILPA chiede una vera presa di coscienza da parte del governo, sottolineando che ogni suicidio rappresenta una responsabilità politica e morale che non può essere ignorata. Il sindacato insiste sulla necessità di interventi concreti per migliorare le condizioni di lavoro degli agenti penitenziari e prevenire ulteriori tragedie. La speranza è che questa ennesima morte non sia vana, ma serva da catalizzatore per un cambiamento reale e urgente nelle politiche carcerarie italiane.

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