Studentessa contrae Hiv durante il lavoro di tesi e fa causa a due Atenei

Studentessa italiana contrae l’Hiv in laboratorio durante il lavoro di tesi e fa causa a due Università, quella di appartenenza e quella straniera dove ha svolto le ricerche.

Ha fatto in poco tempo il giro della rete e delle testate nazionali la storia della studentessa che ha contratto l’Hiv nel laboratorio di un’Università dove stava svolgendo il lavoro per la stesura della sua tesi di laurea.

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Studentessa italiana contrae l’Hiv durante il lavoro in laboratorio per la tesi di laurea

La studentessa scopre di aver contratto l’Hiv da un prelievo del sangue. Nel giro di pochi giorni la struttura presso la quale ha svolto le analisi la contatta comunicandole di essere sieropositiva. Ma come ha contratto il virus? Durante il suo lavoro di tesi, mentre era all’estero, ha manipolato pezzi del virus, che però sarebbero dovuti essere difettivi. Tradotto, non avrebbero dovuto replicarsi. Si sarebbe trattato dunque di un’operazione a rischio zero.

Ospedale flebo

Il caso

Inizia una fase depressiva, al termine della quale la ragazza decide di dimostrare di aver contratto il virus durante il suo lavoro all’Università. Solo dopo cinque anni inizia a delinearsi una realtà inquietante. Una serie di studi condotti dagli istituti di ricerca ai quali si è rivolta sono arrivati alla conclusione che il virus contratto dalla studentessa non corrisponde a quello degli uomini. In compenso è identico a quello costruito nei laboratori per condurre studi, analisi e ricerche.

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Come ha contratto l’Hiv la studentessa italiana

Ma il quadro non è ancora chiaro, e questo forse è il dato più allarmante. Non si conoscono i motivi, le cause e le modalità del contagio. Insomma, da un punto di vista pratico, la studentessa come ha contratto l’Hiv?

La battaglia legale

Al termine di una battaglia durata sette anni, e con la vita stravolta da un gravissimo episodio, la studentessa ha deciso di fare causa a due Università, quella italiana (di appartenenza) e quella straniera (dove ha svolto il lavoro in laboratorio). La richiesta è quella di un maxi risarcimento milionario.