Cgia di Mestre: “Nel 2020 ogni italiano ha perso 2.600 euro di reddito”

Cgia di Mestre: “Nel 2020 ogni italiano ha perso 2.600 euro di reddito”

Lo studio della Cgia di Mestre sulla pandemia: “Ogni italiano ha perso 2.600 euro di reddito. Pil in contrazione”.

ROMA – Uno studio della Cgia di Mestre conferma gli effetti della pandemia sull’economia italiana. Secondo il rapporto dell’Ufficio Studi, ogni cittadino ha perso 2.600 euro di reddito nel 2020 e nell’anno in corso dovrebbe guadagnare poco meno di 1.400. Un saldo negativo, dunque, nel periodo 2020-2021 con un rosso di 1.200 euro.

Pil in contrazione

Nello studio è stato confermato la contrazione della crescita italiana nel 2020. Il Pil dovrebbe segnare un -9,9% con un rimbalzo del 4,1% nel 2021. Se la prima cifra sembra essere in linea con quanto previsto dal ministro Gualtieri nei mesi scorsi, sulla seconda restano molte perplessità soprattutto in caso di nuove restrizioni nella prima parte dell’anno.

Numeri che, secondo quanto precisato dalla Cgia riportata dall’Agi, hanno portato ad una perdita di 156 miliardi delle ricchezze del Paese. Nel 2021 dovrebbero essere recuperati 83 miliardi, ma i dati complessivi restano negativi con un biennio da -73 miliardi.

Soldi euro

Cgia: “Decisivo il Recovery Fund”

I numeri della Cgia di Mestre sono stati accompagnati dal commento di Paolo Zabeo: “Nel 2021 assisteremo a un rimbalzo della nostra economia che ci farà recuperare solo una parte della contrazione registrata nel 2020 – ha detto il coordinatore dell’Ufficio Studi – di conseguenza, è verosimile sostenere che torneremo a una situazione pre Covid non prima del 2024. Sarà un percorso decisivo spendere tutti e bene i 209 miliardi di aiuti che ci arriveranno dall’Unione Europea. Altrimenti, rischiamo che il nostro Paese finisca su un binario morto e la crisi economia in atto si trasformi in una crisi sociale senza precedenti, dove a pagare il prezzo più alto saranno più deboli, come i giovani e le donne“.

Dati che potrebbero essere rivisti in base alle restrizioni o alle aperture che ci saranno nei primi mesi del 2021 in attesa dell’entrata nel vivo dei vaccini.