Coronavirus, crolla il turismo estivo: 56 milioni di presenze in meno

Coronavirus, crolla il turismo estivo: 56 milioni di presenze in meno

Studio Confesercenti sul turismo estivo in Italia: 56 milioni di presenze in meno.

ROMA – E’ stato pubblicato lo studio di Confesercenti e condotto da Cts Firenze sul turismo estivo in Italia. Il campione di imprenditori della ricettività coinvolto da questa ricerca è di 2.118.

Secondo una prima stima si prevede un calo senza precedenti per i tre mesi estivi. I pernottamenti in meno rispetto all’anno precedente ipotizzati sono 56 milioni mentre i viaggiatori dovrebbero essere 12,8 in meno. A pesare su questo numero è il calo dei visitatori stranieri con 43 milioni (-43,4% in confronto al 2019). La domanda dovrebbe essere più contenuta per la domanda interna (-11,6%).

Territori e tipologie

I risultati peggiori dovrebbero registrarsi nel settore alberghiero con una flessione del 28,7% rispetto al 2019. La tendenza riguarderà tutte le aree anche se, secondo la ricerca, l’andamento peggiore sembra essere al Nord Ovest con un dato negativo del 32,9% per quanto riguarda i pernottamenti.

Dati simili tra Nord Est (-28,7%) e Centro (-25,8%) mentre al Sud e nelle Isole si dovrebbero registrare numeri più bassi (-19,3%). Per quanto riguarda le destinazioni si ipotizza un calo delle presenze turistiche del -38,3% per località lacustri e del 36% per quelle termali. Le città d’arte e affari dovrebbero avere una flessione del 34,3%, rurali e collinari del -31,4%, località montante del -21,8% e quelle marine del -20,9%.

Coronavirus bar

In calo l’offerta

Non solo la domanda, anche l’offerta dovrebbe registrare un calo durante l’estate per l’emergenza coronavirus. Saranno infatti 23mila le strutture che quest’anno hanno deciso di non ripartire per le misure stringenti decise dal Governo per non fari ripartire l’epidemia.

Il calo era atteso – ha detto Vittorio Messina presidente di Confesercenti – ma se continua così sarà il crollo peggiore della storia del nostro turismo. Gli operatori non perdono la speranza, e chi può ha riaperto. I sostegni forniti al settore fino ad ora, però, sono stati inadeguati, sia per le imprese che per i lavoratori“.