Il caso attorno alla violenza sessuale avvenuta lo scorso 7 luglio ha portato alla creazione di account falsi coi nomi degli aggressori.
“Il carcere è di passaggio, si ritorna più forti di prima“, questa la frase di uno dei ragazzi indagati per la violenza sessuale avvenuta a Palermo lo scorso 7 luglio che, nella giornata di ieri, ha portato tantissima indignazione a tutta l’opinione pubblica. Il commento, però, si è rivelato un falso e fa parte di un fenomeno degli ultimi giorni di cui si sta occupando la polizia postale.
Sui social network, infatti, stanno proliferando sempre più profili fake creati appositamente da alcuni utenti per impersonare gli autori di quello stupro. Questi account scrivono finti messaggi come “C’è qualche ragazza che vuole uscire con me” o “ricevo tanti messaggi privati di ragazze“. Su TikTok, Twitter ed Instagram, inoltre, le foto dei giovani accusati della violenza stanno venendo condivise a raffica, invadendo la loro privacy.
Le indagini della polizia
“Non solo TikTok – spiegano dalla polizia postale – anche su altri social sono spuntati questi profili e stiamo monitorando tutto“. Sono sempre più numerosi, infatti, i falsi di questo tipo presenti su internet. Uno dei più sorprendenti è il prodotto di un altro impersonatore che, fingendosi uno degli autori della violenza, scrive: “Quando tutta Italia ti incolpa per una cosa privata, ma nessuno sa che sei stato trascinato dai tuoi amici“.
La postale sta lavorando per riuscire a congelare i profili falsi, non permettendogli di alimentare l’odio nei confronti degli indagati da parte dell’opinione pubblica. La situazione, poi, è ancora più grave su Telegram dove sono stati creati canali per richiedere i video e le immagini di quello stupro.