Stupro di Palermo, lettera shock della vittima: “Ecco cosa gridavo”

Stupro di Palermo, lettera shock della vittima: “Ecco cosa gridavo”

Ha scelto la tv la vittima dello stupro di Palermo per parlare di quanto accaduto e mandare un messaggio forte alle donne.

La 19enne vittima dello stupro di Palermo avvenuto lo scorso 7 luglio ha scelto la tv per parlare apertamente di quanto ha subito e per dare un segnale a tutte le altre donne. La giovane ha optato per mandare una lettera direttamente a ‘Zona Bianca’ su Rete 4 e lo ha fatto mettendo tutta se stessa nel racconto e nell’appello rivolto a tutti.

Stupro di Palermo: la lettera della vittima

stop violenza sulle donna, intimo donna gettato fra le foglie

Gridavo loro di smettere. Non mi reggevo in piedi, ma loro continuavano”. Ha esordito così la 19enne nella denuncia e nella lettera a Zona Bianca ha quindi detto: “Molte donne hanno paura di denunciare per vergogna, non dobbiamo essere noi a vergognarci ma chi osa sfiorarci senza il nostro consenso. Ho letto di ragazze che dopo quello che è successo a me non vogliono più uscire… ma perché privarci di uscire? Perché noi? Sono le bestie che si dovrebbero essere private“.

Il messaggio della vittima dello stupro di Palermo è poi proseguito: “A volte ci si spaventa per ripercussioni da parte di parenti e amici degli stupratori come è successo a me, che sono stata inondata di minacce. Se ci fosse una protezione completa molte più donne sarebbero disposte a denunciare. Mi dispiace dirlo ma non è sempre così…”.

“Ci sono donne che dopo aver denunciato vengono uccise o sfregiate e di certo nessuno vuole rischiare tutto ciò. Se ci fosse più tutela e una legge più incisiva, gli uomini stessi ci penserebbero due volte prima di fare una cosa simile. Molto spesso per loro è un semplice sfogo, ma se si parlasse di ergastolo o comunque di tanti di anni di carcere, ci penserebbero due volte anzi 20 prima di toccare una donna. Poi resterebbero solo i maniaci che purtroppo essendo malati manco gli importa della pena”.

La ragazza ha cotinuato: “Ho sentito parlare di rieducazione per gli stupratori … ma come si fa a pensare di rieducare una persona e lasciarla nuovamente in giro dopo che ha rovinato una ragazza? Ora, se qualcuno provasse a toccarmi, io piangerei. Non sono più capace di interagire con un uomo in tal senso”.

“Non sto sempre bene nonostante ci siano momenti in cui cerco di risollevarmi pensando al futuro. Purtroppo ho affrontato una vita non facile… ma devo andare avanti, controvoglia, ma devo riuscirci. Non solo perché voglio una vita migliore ma anche per mia madre, che nonostante fosse molto malata e bloccata a letto, si faceva sempre vedere col sorriso. Non si è mai arresa, dopo decenni passati in sedia a rotelle”.

La giovane ha poi terminato mandando un messaggio di sostegno alle altre donne invitandole ad “essere forti perché per quanto sporche si possano sentire, per quanto dolore abbiano potuto provare, c’è sempre una soluzione”.

Argomenti