La 19enne vittima dello stupro di Palermo ha confermato le accuse a coloro che hanno abusato di lei, ovvero 7 ragazzi.
Nuovo capitolo del tremendo episodio dello stupro di Palermo che ha visto una 19enne essere vittima degli abusi di ben sette ragazzi, di cui uno minorenne. Nella giornata di martedì 3 ottobre si è svolta l’udienza in aula dove la giovane ha ribadito con forza ogni accusa dando anche alcuni ulteriori dettagli su quanto subito.
Stupro di Palermo: la vittima racconta la violenza
Da quanto si apprende dall’Ansa, l’udienza in tribunale è durata ben sei ore. Momenti difficili per la vittima della violenza che, però, non ha ceduto davanti alla corte e alle domande, anche insistenti, di carattere intimo da parte della difesa degli imputati.
La ragazza ha raccontato, ancora una volta, i fatti sullo stupro di Palermo quando ben sette ragazzi, di cui uno minorenne, hanno abusato di lei contro la sua volontà. Proprio questo ultimo passaggio è stato più volte ribadito dalla giovane nel corso dell’incidente probatorio che ha spiegato: “Non erano rapporti consensuali” e che, come aveva detto in precedenza, durante la violenza aveva gridato “basta” ma che i violentatori “continuavano”.
I fatti in aula
Dalle informazioni raccolte riguardo quanto accaduto in aula, la ragazza è stata precisa e non ha mai avuto modo di vedere i sette ragazzi. La 19enne ha ribadito i dettagli dello stupro, tra botte, cadute e grida sino poi agli abusi.
Proprio in quel momento i ragazzi, sistemati in un’altra stanza, avrebbero rumoreggiato portando il procuratore aggiunto Laura Vaccaro e i pm Mario Calabrese e Monica Guzzardi a chiedere al gip di intervenire.
Il giudice è intervenuto e ha anche bloccato le insistenti domande dei legali sulle abitudini sessuali della 19enne che infastidita dai difensori si è lamentata: “Ma quante domande fate?”.
Tra 40 giorni sarà depositata la trascrizione integrale dell’incidente probatorio con le dichiarazioni della vittima che diventeranno a questo punto una prova a tutti gli effetti. Successivamente il sostituto procuratore, Mario Calabresi, potrebbe chiedere il giudizio immediato per gli indagati.