Ermal Meta interviene commentando sui social l’abominio avvenuto a Palermo, ma il suo linguaggio ha scatenato la bufera.
Facendo riferimento alle chat dei sette indagati sullo stupro avvenuto a Palermo, Ermal Meta interviene con un post su X chiedendo per il gruppo pene esemplari. Le dichiarazioni in difesa della 19enne hanno fatto il giro del web, scatenando una polemica per le parole utilizzate dall’artista.
Le chat degli indagati
Gli investigatori hanno acquisito alcuni messaggi mandati dal cellulare di uno degli indagati dopo la violenza di gruppo. Sono stati trovati anche due video dello stupro, che sarebbero stati inviati ad altre persone.
“Se ci penso mi viene lo schifo perché eravamo cento cani sopra una gatta, una cosa così l’avevo vista solo nei porno, eravamo troppi e sinceramente mi sono schifato un poco, però che devo fare la carne è carne, ma ti giuro dopo che si è sentita pure male, piegata a terra, ha chiamato l’ambulanza, l’abbiamo lasciata lì e siamo andati via. Voleva farsi a tutti, alla fine gli abbiamo fatto passare il capriccio“, dice il messaggio.
Dalle conversazioni intercettate emerge anche un’altra terribile affermazione: “Le ho fatto male, lei non voleva, faceva ‘no, basta’… I pugni che le davano e pure gli schiaffi, non respirava“.
Il commento di Ermal Meta
Intervenendo sulla terribile tragedia, Ermal Meta scrive un post sul suo profilo X: “Lì in galera, se mai ci andrete, a ognuno di voi “cani” auguro di finire sotto 100 lupi in modo che capiate cos’è uno stupro”. Parole dure contro i sette giovani, che sono state però malviste da alcuni utenti.
Li in galera, se mai ci andrete, ad ognuno di voi “cani” auguro di finire sotto 100 lupi in modo che capiate cos’è uno #stupro #loschifo
— Ermal Meta (@MetaErmal) August 20, 2023
“È molto importante il concetto di responsabilità collettiva rispetto alla vicenda dello stupro di Palermo. E la differenza con la colpa. Basta leggere le risposte sotto a questo tweet orribile di Ermal Meta per capire quanto il problema sia nella società in cui viviamo“ ha scritto un utente.
Ma l’artista risponde subito dicendo: “Di orribile c’è quello che hanno fatto, di orribile c’è il trauma che quella ragazza probabilmente si porterà dietro per molto tempo, di orribile c’è la madre di uno di loro che cerca di far passare per una poco di buono la vittima, di orribile c’è la mancanza totale di empatia, di orribile c’è filmarla, deriderla, lasciarla per strada come uno straccio e poi minacciarla, di orribile c’è la totale mancanza di umanità”.
Poi continua scrivendo: “Non è la collettività ad averli portati a compiere uno scempio del genere, ma una loro precisa e lucida scelta. Se l’educazione (compito della famiglia) non funziona prima, deve funzionare la punizione dopo, proprio per difendere la collettività che tanto ti sta a cuore”.
Pene esemplari per i colpevoli
Ermal Meta chiede pene esemplari per i colpevoli: “Credo che siano assolutamente necessarie per un semplice motivo: nessun atto criminale viene fermato dalla paura della rieducazione, ma da quella della punizione. L’educazione deve funzionare prima che si arrivi a compiere un abominio del genere. Ovviamente siamo tutti garantisti finché la ‘bomba’ non ci cade in casa”.
L’artista poi spiega: “Conosco persone, donne, che da uno stupro non si sono riprese mai più. Che scattano in piedi appena sentono un rumore alle loro spalle, che non sono più riuscite nemmeno ad andare al mare e mettersi in costume da bagno come se non avessero nemmeno la pelle. Vogliamo salvare e recuperare un branco? Ok, sono d’accordo. Ma come salviamo una ragazza di 19 anni che d’ora in poi avrà paura di tutto?”.
Poi aggiunge: “Perché la responsabilità sociale la sentiamo nei confronti dei carnefici e non in quelli della vittima? Se c’è una qualche forma di responsabilità collettiva nei confronti dei carnefici, allora dovremmo provare a sentirci responsabili anche per quella ragazza e per tutte le vittime di stupro perché è a loro che dobbiamo veramente qualcosa, sono le vittime che vanno aiutate a ricostruire la propria vita”.