Richiesta urgente convocazione dell’Osservatorio permanente sulla sanità penitenziaria, a seguito dei numerosi suicidi avvenuti in carcere.
Nell’anno 2022, in tutta Italia sono stati registrati 84 suicidi in carcere, con una media di sei/sette suicidi al mese. I dati segnalano che quest’anno ci sono stati già 13 casi, di cui solo tre a Regina Coeli nel Lazio. Anche se pare che il dato attualmente sia in diminuzione, il Garante dei detenuti, Stefano Anastasia, ha segnalato la necessità di monitorare la situazione sanitaria della popolazione carceraria.
Stefano Anastasìa, Garante delle persone sottoposte a misure restrittive della libertà personale della Regione Lazio, auspica di procedere “al più presto alla convocazione dell’Osservatorio permanente sulla sanità penitenziaria della Regione Lazio” presieduta dal Presidente Francesco Rocca.
“Migliorare la salute dei detenuti”
“Bisogna mettere a registro l’offerta dell’assistenza sanitaria alle persone detenute dopo il ciclone della pandemia, le politiche per l’affollamento, quelle dei servizi che possono migliorare la salute dei detenuti”, dice Anastasìa, precisando la possibilità di utilizzare la digitalizzazione per “ovviare ai problemi logistici dell’assistenza specialistica, garantendone la tempestività”.
Anche se l’andamento dei suicidi in carcere sembrano essere (al momento) in diminuzione, la situazione potrebbe peggiorare con l’arrivo dell’estate, perché è uno dei periodi più delicati per i detenuti che sono costretti a restare dietro le sbarre. “Speriamo che quest’estate non sia come quella precedente”, dichiara il Garante dei detenuti.
I motivi dei suicidi in carcere
Con a fine della pandemia, il mondo è tornato a muoversi normalmente, ma per i detenuti delle carceri questo è stato avvertito come un senso di abbandono. Ciò ha quindi influenzato la condizione mentale di alcuni di essi, peggiorando col tempo fino a giungere ad un gesto estremo.
Per quanto riguarda le aggressioni contro gli operatori penitenziari, invece, Anastasìa dichiara che si dovrebbe intervenire “sul sovraffollamento, sull’inappropriatezza della detenzione e sulla carenza di attività in carcere”, con la riduzione dei detenuti e il conseguente potenziamento delle attività rieducative.