Fine Vita, cosa cambia per quanto riguarda il suicidio assistito dopo la sentenza della Corte Costituzionale.
La sentenza della Corte Costituzionale sul suicidio assistito ha aperto un serrato dibattito pubblico e politico. Come spesso accade in questi casi le false notizie (o le errate interpretazioni dei fatti) sono tante. Proviamo allora a capire cosa ha deciso la Consulta e cosa cambia rispetto al passato.
Suicidio assistito, cosa cambia dopo la sentenza della Corte Costituzionale?
La risposta, dal punto di vista pratico e per quanto riguarda l’immediato, è nulla. I pazienti affetti da malattie irreversibili o degenerative e che provano dolore e sofferenza fisica e/o psicologica non potranno richiedere il trattamento sanitario per il Fine Vita. Resta valido solamente il DAT, esattamente come prima.
La Consulta ha definito incostituzionale l’articolo 580 del Codice Penale che prevede una pena da cinque a dodici anni per il reato del suicidio assistito. Per la Corte Costituzionale non tutti i casi devono essere puniti e il Parlamento deve legiferare per colmare il vuoto.
A livello pratico, quindi. la situazione cambierà, se cambierà, solo dopo che le Camere avranno approvato una nuova legge in materia.
Fine Vita, quando è possibile richiedere il suicidio assistito?
Al momento non è possibile in Italia richiedere un trattamento che possa portare alla morte, che si tratti di eutanasia o suicidio assistito. La Consulta ha però indicato alcuni casi in cui il secondo trattamento non dovrebbe essere punibile per gli attori terzi della vicenda.
Per la Corte Costituzionale il suicidio assistito può essere considerato non punibile se il paziente è tenuto in vita da macchinari, è affetto da una patologia irreversibile che provoca dolore fisico o psicologico. Elemento fondamentale, il paziente deve essere cosciente, in grado di prendere decisioni.
Chi può assistere il paziente nel processo medico-farmacologico
Il processo medico e farmacologico, evidenzia la Corte Costituzionale, deve essere eseguito in una struttura pubblica del Sistema Sanitario Nazionale in accordo con il Comitato etico di riferimento.