Super Green Pass, arriva la nuova stretta. La decisione del governo

Super Green Pass, arriva la nuova stretta. La decisione del governo

Il governo lavora ad una nuova stretta sul Super Green Pass: al lavoro si andrà solo con la certificazione verde rafforzata.

Nonostante le divisioni all’interno della maggioranza di governo, il Presidente del Consiglio Mario Draghi ha deciso di tirare dritto e di procedere con una nuova stretta per quanto riguarda il Super Green Pass, la certificazione verde rilasciata dopo la vaccinazione o la guarigione dal Covid. Nonostante le spinte dell’ala rigorista, il premier non dovrebbe caldeggiare la proposta dell’obbligo vaccinale per tutti gli over 18, una proposta che rischia di spaccare la maggioranza. Si procederà con un passaggio intermedio, ossia l’estensione del Super Green Pass al mondo del lavoro. Per andare al lavoro sarà necessario essere guariti o vaccinati. Anche questa proposta divide la maggioranza, ma il premier non sembra intenzionato a fare passi indietro.

Mario Draghi

Super Green Pass obbligatorio per andare al lavoro

La maggioranza si divide ma Draghi tira dritto. La prossima mossa del governo contro la diffusione del Covid è l’estensione del Super Green Pass al mondo del lavoro.

In termini pratici significa che potrà andare al lavoro solo chi è vaccinato o guarito dal Covid. Con il tampone, anche se negativo, si resta a casa.

Si tratta di una stretta ideata evidentemente per mettere pressione sullo zoccolo duro di No Vax che ancora resiste. Ma si tratta anche di una stretta che rischia di avere ripercussioni sul mondo del lavoro, con alcuni settori produttivi che potrebbero subire significativi rallentamenti per mancanza di personale.

Anche i sindacati hanno espresso il proprio disappunto, suggerendo di prendere in considerazione, a questo punto, la vaccinazione obbligatoria.

Green Pass

Obbligo vaccinale per over 18

In effetti, come abbiamo visto, quella dell’obbligo vaccinale per gli over 18 è un’ipotesi al vaglio del governo. Piuttosto che procedere con mezze misure sarebbe più conveniente e coerente rompere gli indugi e rendere obbligatorio il vaccino contro il Covid, ritengono in molti.

Draghi, secondo quanto emerge, non sarebbe ancora intenzionato a giocarsi l’ultima carta. Il premier è consapevole del fatto che una decisione di questo tipo potrebbe alimentare le tensioni sociali e potrebbe spaccare una maggioranza già alle prese con un impegno complicato: l’elezione del nuovo Presidente della Repubblica.

Vaccino Covid

Le nuove misure per la scuola

Non solo Green Pass. Con il prossimo decreto, atteso salvo sorprese per il 5 gennaio, il governo dovrebbe intervenire anche sulla scuola, tema particolarmente spinoso. Respinta la proposta di rinviare il ritorno in classe degli alunni dopo le vacanze di Natale, si ragiona sulle nuove regole da applicare con uno, due o tre casi Covid in una classe. Lo scopo del governo, come detto e ribadito in diverse occasioni dal premier Mario Draghi, è quello di tenere aperte le scuole e difendere la didattica in presenza. Ma in sicurezza. E la diffusione della variante Omicron preoccupa e non poco.

L’ipotesi al vaglio prevede, in caso di due positivi nella stessa classe, un periodo di auto-sorveglianza della durata di 5 giorni per i ragazzi vaccinati; per i non vaccinati scatterebbe invece la quarantena della durata di 10 giorni e la Didattica a distanza, ovviamente.

Anche per quanto riguarda la scuola, quindi, si ragiona su misure diverse per vaccinati e non vaccinati, ma questo potrebbe portare a delle discriminazioni tra i ragazzi. E quando si parla di giovani in età scolare non si può ignorare l’aspetto psicologico. E sicuramente si devono evitare misure che in qualche modo possano portare ad una qualche forma di emarginazione.