Superbonus, chi potrà accedere all’aliquota del 110%?

Superbonus, chi potrà accedere all’aliquota del 110%?

Tra le novità del Superbonus, la proroga al 110% per i lavori condominiali e lo sblocco dei crediti fiscali delle imprese.

Nonostante il pacchetto di modifiche sia stato rimodulato di recente, per il Superbonus ci sono ancora novità per quanto riguarda la proroga dell’aliquota al 110% per i proprietari di immobili unifamiliari. Per questi soggetti, che dal 2023 sarebbero rimasti esclusi dal beneficio, si potrà ancora ususfruire del bonus a condizione che si tratti di prima casa e che il reddito dei proprietari rientri nei 15mila euro l’anno.

Presidente del Consiglio Giorgia Meloni

La proroga delle Cilas

Il Governo si prepara a ritrattare sulle modifiche del Superbonus, ancora una volta. In primo luogo, è prevista la dilazione dei termini per la presentazione delle Cilas che permetterebbe di accedere all’aliquota del 110% anche nel 2023. Sebbene il decreto Aiuti quater prevede che le disposizioni sulla rimodulazione dell’aliquota non si applichino “agli interventi per i quali, alla data del 25 novembre 2022, risulti effettuata la comunicazione di inizio lavori asseverata (Cila)”, è prevista un’eccezione per i lavori condominali.

Con la conversione in legge del decreto la scadenza potrebbe essere spostata alla fine del prossimo anno. “Forza Italia chiede che nel decreto Aiuti quater venga prevista una proroga temporale almeno fino al 31 dicembre 2022 o di 15 giorni dopo l’entrata in vigore della legge di conversione del decreto”, dichiara Licia Ronzulli.

Sblocco dei crediti fermi

La seconda novità del Governo invece riguarda quei crediti fiscali rimasti bloccati nelle imprese perché gli istituti di credito non li acquistano più. “Se non si sbloccano i crediti incagliati le aziende falliscono, se falliscono si perdono posti di lavoro. Non possiamo rischiare di mandare a casa 100mila persone. Il primo e più grande problema, oggi, è quindi quello di sbloccare i crediti che le banche non stanno più acquistando dalle imprese”, spiega Ronzulli.

Una soluzione sarebbe permettere alle banche di utilizzare una parte dei debiti fiscali raccolti con gli F24 dei correntisti, compensandoli con i crediti da bonus edilizi ceduti dalle imprese e acquisiti dagli intermediari. Proprio con questi crediti verrebbero pagati gli F24.