Scoperto un super batterio resistente che produce batteriocine, antibiotici naturali, per eliminare i concorrenti.
Negli ospedali moderni, la lotta tra microbi è silenziosa ma costante. I pazienti, soprattutto quelli immunodepressi, rappresentano un terreno fertile per la proliferazione di agenti patogeni resistenti agli antibiotici. Tra questi, uno in particolare ha attirato l’attenzione della comunità scientifica per il suo comportamento aggressivo e sorprendentemente strategico.

Un ambiente dove solo i più forti sopravvivono
Nel corso di sei anni, i ricercatori dell’Università di Pittsburgh hanno tracciato l’evoluzione genetica di Enterococcus faecium resistente alla vancomicina (VREfm), un batterio noto per la sua capacità di sfuggire alle cure convenzionali. Utilizzando un avanzato sistema di sorveglianza genetica – l’Enformed Detection System for Healthcare-Associated Transmission (Eds-Hat) – il team ha rilevato un cambiamento drastico nella popolazione di questo superbug: da otto ceppi differenti nel 2017, si è passati a soli due ceppi dominanti nel 2022.
Un “antibiotico naturale” al servizio del nemico
Il vero colpo di scena è emerso analizzando questi ceppi predominanti. I ricercatori hanno scoperto che questi batteri avevano sviluppato la capacità di produrre batteriocine, molecole simili ad antibiotici, utilizzate per eliminare gli altri batteri concorrenti. Una tattica spietata ma efficace: eliminando gli “amici” per accaparrarsi tutte le risorse disponibili, questi ceppi sono riusciti a colonizzare con successo l’ambiente ospedaliero e il microbioma dei pazienti.
La scoperta, pubblicata su Nature Microbiology, ha portata globale: un’analisi di oltre 15.000 genomi di VREfm raccolti in tutto il mondo tra il 2002 e il 2022 ha confermato che il fenomeno non è limitato a Pittsburgh. È una strategia evolutiva diffusa.
Ma la notizia più promettente arriva proprio alla fine dello studio: queste batteriocine potrebbero diventare armi utili anche per noi. I ricercatori vedono in queste molecole un potenziale per sviluppare nuove terapie, in particolare contro quei batteri che oggi resistono a ogni tipo di antibiotico. Da minaccia a risorsa, il superbug potrebbe essere la chiave per vincere la guerra contro le infezioni ospedaliere.