Supercoppa in Arabia: il duro comunicato di Fnsi e UsigRai
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Direttore: Alessandro Plateroti

Supercoppa in Arabia: il duro comunicato di Fnsi e UsigRai

Supercoppa italiana lazio

Non smette di suscitare polemiche la decisione della Lega Calcio di far disputare la finale di Supercoppa italiana tra Juventus e Milan a Jedda, in Arabia Saudita.

La tensione attorno al match di mercoledì 16 gennaio è schizzata alle stelle due giorni fa. Tutto parte dal comunicato ufficiale che spiega le modalità d’acquisto dei biglietti. Alcuni settori dello stadio, denominati come “singles“, sono infatti rivolti ai soli uomini. In quelli denominati “families“, invece, hanno accesso anche le donne. Il mondo politico italiano è trasversalmente insorto. Adesso, le commissioni pari opportunità della Federazione Nazionale Stampa Italiana e dell’Unione Sindacale Giornalisti Rai fanno sentire la propria voce con un comunicato congiunto.

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Fnsi-UsigRai: “Atteggiamento di Juve e Milan censurabile”

Le due commissioni, in particolare, auspicano che “si apra nel mondo dello sport in generale una riflessione sull’opportunità di giocare il prossimo 16 gennaio la finale della Supercoppa italiana a Jedda in Arabia Saudita“.

Riteniamo censurabile che i due club coinvolti e la Lega Serie A non abbiano fatto alcun passo indietro di fronte alla palese violazione dei diritti umani che si verifica nel Paese“. Una violenza culminata, come si legge nel comunicato, con la brutale uccisione, il 2 ottobre del 2018 del giornalista Jamal Khashoggi.

Milan Supercoppa calendario serie a 2017-2018
Doha (Qatar) 23/12/2016 – Supercoppa Italiana / Juventus-Milan / foto Image Sport
nella foto: Milan
Rodrigo Ely

Fnsi-UsigRai: “Accettare queste condizioni è stato deprecabile”

Consideriamo dunque deprecabile che siano state accettate condizioni in palese violazione della pari dignità di uomini e donne. Condizioni che sono diventate evidenti all’inizio della campagna di vendita dei biglietti per assistere alla partita. Con tifose cui saranno preclusi settori dello stadio riservati soltanto agli uomini e che potranno vedere la partita soltanto se indosseranno l’abaya, la lunga veste che copre le donne in Arabia Saudita, ammesse agli stadi solo da un anno”.

Tuttavia non perdiamo la speranza che dallo sport possa arrivare un segnale chiaro. In nome dei diritti umani e nel rispetto della dignità e integrità delle donne. Invitiamo i mezzi di informazione a coprire la protesta affinché la finale non venga giocata a Jedda“.

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ultimo aggiornamento: 5 Gennaio 2019 10:03

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