Il progetto della Superlega perde i pezzi uno dopo l’altro. Al termine di una riunione d’urgenza, il comunicato: “Le inglesi hanno lasciato per le pressioni. Occorre comunque cambiare lo status quo”.
La Superlega è destinata a avere vita brevissima. Dopo l’annuncio di domenica sera, infatti, le defezioni, innescate dalla Premier League, si sono susseguite a stretto giro di posta, a cominciare dal Manchester City. Poi, nella tarda serata di lunedì, dagli ambienti Inter è trapelato questo messaggio: “Il progetto della Superlega allo stato attuale non è più ritenuto di interesse dall’Inter“.
L’addio delle inglesi, i dubbi delle altre. L’Inter si sfila
Il “terremoto” è partito proprio dal Paese che avrebbe fornito la metà dei club fondatori. Il City ha detto addio, il Chelsea è a un passo dal farlo, lo United è alle prese con le dimissioni del vice-presidente e dovrebbe sfilarsi mentre l’Arsenal ha chiesto scusa con un post sui social con il quale ha ammesso di aver commesso un clamoroso errore. Ma i problemi non sono solo in Inghilterra. La nuova Superlega ha un problema anche in Italia, con l’Inter che avrebbe fatto sapere di non essere più interessata alla competizione.
Al 21 aprile la nuova Superlega si trova già senza il blocco inglese composto da Manchester City, Chelsea, Manchester United, Liverpool, Tottenham e Arsenal e con Inter e Barcellona pronte a lasciare.
“Sono lieto di dare il bentornato al City nella famiglia del calcio europeo. Hanno mostrato grande intelligenza nell’ascoltare le tante voci – in particolare quella dei loro tifosi – che hanno evidenziato i benefici vitali che l’attuale sistema ha per tutto il calcio europeo“, ha dichiarato il numero uno dell’Uefa, Aleksander Ceferin. “Ci vuole coraggio per ammettere un errore, ma non ho mai dubitato che avessero la capacità e il buon senso di prendere quella decisione“.
Superlega, la nota dei promotori dopo la riunione d’urgenza
I club fondatori si sono riuniti in un vertice d’urgenza per fare il punto della situazione alla luce degli ultimi sviluppi. E la situazione non è rosea per il futuro della Super League. I fondatori annunciano che la loro intenzione è quella di andare avanti ma di essere disposti a rivedere le decisione prese fino a questo momento. In poche parole a poche ore dalla sua nascita la Superlega è già sospesa ed è ad un passo dal fallimento. Non proprio il massimo, insomma.
“La Superlega è convinta che l’attuale status quo del calcio europeo debba cambiare. Noi proponiamo una nuova competizione europea perché il sistema esistente non funziona. La nostra proposta ha l’obiettivo di permettere al nostro sport di evolversi, generando al contempo risorse e stabilità per l’intera piramide calcistica, aiutando anche il superamento delle difficoltà finanziarie vissute dall’intera comunità calcistica dopo la pandemia. Inoltre, la nostra proposta fornirebbe agli stakeholder del calcio contributi di solidarietà significativamente migliorati.
Nonostante l’annunciata uscita dei club inglesi, costretti a prendere tali decisioni a causa delle pressioni esercitate su di loro, siamo convinti che la nostra proposta sia pienamente conforme alle leggi e ai regolamenti europei, come è stato dimostrato oggi da una decisione del tribunale che tutela la Super League dalle azioni di terzi.
Alla luce delle circostanze attuali, valuteremo i passi più opportuni per rimodellare il progetto, avendo sempre in mente i nostri obiettivi di offrire ai tifosi la migliore esperienza possibile, migliorando i contributi di solidarietà per l’intera comunità calcistica“.
In sostanza, i promotori si dicono convinti che un cambiamento sia necessario, ma si dicono pronti a riconsiderare i prossimi passi.