Perché i lavoratori dei centri commerciali, dei negozi e dei supermercati sciopereranno il 25 aprile e il 1° maggio.
Fermare il lavoro nei giorni festivi: questa è la chiara richiesta dei dipendenti dei negozi, dei centri commerciali e dei supermercati che hanno annunciato uno scioperi per il 25 aprile e il 1° maggio. L’intento è protestare contro le aperture obbligate in giorni dedicati tradizionalmente al riposo e alla famiglia.
Le ragioni degli scioperi
Non più disposti a sacrificare i momenti personali, i lavoratori del settore commerciale alzano la voce. Queste giornate di protesta sono state scelte non a caso: il 25 aprile, giorno della Liberazione, e il 1° maggio, festa dei lavoratori, sono momenti simbolici molto forti in Italia, tradizionalmente dedicati alla commemorazione e al riposo. La decisione di mantenerle lavorative da parte delle aziende è vista come un’aggressione ai diritti dei lavoratori e un’ignoranza delle loro necessità personali e familiari.
Normative e diritto al riposo
Secondo Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs, i principali sindacati che hanno proclamato lo sciopero, l’apertura nei giorni festivi è un’azione irresponsabile. Criticano la “logica delle liberalizzazioni selvagge delle aperture festive” e denunciano l’assenza di negoziazioni per migliorare le condizioni lavorative in questi giorni particolari. La richiesta è chiara: condizioni migliori e rispetto dei giorni di festa come non lavorativi.
La normativa attuale e i diritti dei lavoratori sono al centro del dibattito. I lavoratori assunti prima dell’anno 2015 non sono obbligati a lavorare nei festivi, mentre quelli assunti successivamente al 2015 sono spesso soggetti a clausole contrattuali ambigue, lasciando spazio a interpretazioni legali diverse. Di fronte a questa situazione, i sindacati invitano chi non è obbligato per contratto a rifiutare di lavorare in questi giorni, supportando lo sciopero attivo per chi invece è soggetto a tali clausole suddette in precedenza.