Susan Sarandon cacciata da un’agenzia Hollywood per le sue posizioni pro-Palestina

Susan Sarandon cacciata da un’agenzia Hollywood per le sue posizioni pro-Palestina

L’United Talent Agency ha interrotto i rapporti professionali con Susan Sarandon, dopo una manifestazione a favore della Palestina.

Schierarsi dalla parte della Palestina, è costato caro alla carriera di Susan Sarandon. Dopo le sue ultime dichiarazioni, l’agenzia di Hollywood Uta (United Talent Agency) ha deciso di tagliare i rapporti con la celebre attrice, che la talent agency definisce “anti-semita”.

Le frasi incriminate di Susan Sarandon

“Ci sono molte persone che in questo momento hanno paura di dirsi ebree e stanno scoprendo come ci si senta a essere dei musulmani in questo Paese: sempre esposti alla minaccia della violenza, aveva detto la settimana scorsa Susan Sarandon, durante una manifestazione pro Palestina, a New York

L’attrice aveva chiesto pubblicamente anche un cessate il fuoco nella Striscia di Gaza, dove al momento si sta lavorando per il rilascio degli ostaggi. Le sue parole sono state presto confermate e diffuse dal New York Post, giungendo in un batter d’occhi alle orecchie dell’agenzia di Sarandon, United Talent Agency.

Scaricata dalla UTA

Le dichiarazioni di Susan Sarandon sono state definite “anti-semite” dalla UTA, che ha annunciato che Susan non farà più parte degli attori rappresentati dalla talent agency. A confermarlo è stato il portavoce Richard Siklos, senza però fornire ulteriori motivazioni.

Si attende ancora una replica dell’attrice dopo la decisione dell’agenzia di Hollywood. Intanto, le sue dichiarazioni pro-Palestina sono state ampiamente criticate anche dall’opinione pubblica, che hanno intasato le piattaforme social con messaggi di indignazione.

Su Twitter è diventato virale un post di Aviva Klompas, ex autrice dei discorsi per la delegazione israeliana alle Nazioni Unite, in cui sostiene che ciò che Sarandon affermava dava l’impressione che lei attribuisse agli ebrei la responsabilità dell’ondata di antisemitismo che sta colpendo non solo il Medio Oriente, dal 7 ottobre scorso.