La possibilità di Svezia e Finlandia di entrare nella Nato sta diventando sempre più concreta. Ciò apporterebbe numerosi vantaggi.
Il memorandum d’intesa firmato dai tre paesi, sancisce un punto di svolta per la Nato. Quest’ultima dovrà far fronte alla minaccia russa e alla competizione economica con la Cina. Grazie al memorandum, Ankara ha ritirato il suo veto all’adesione dei due Paesi alla Nato. Esso stabilisce “l’impegno a sostenersi reciprocamente contro le minacce alla sicurezza di ciascun paese”. è questo ciò che si legge in una dichiarazione del presidente finlandese Niinisto.
Il presidente finlandese, in questa situazione spiega che “la condanna del terrorismo in tutte le sue forme”. “I passi concreti per la nostra adesione alla Nato saranno concordati tra gli alleati nei prossimi due giorni”.
“Abbiamo l’accordo per l’ingresso di Svezia e Finlandia. Il memorandum firmato risponde alle preoccupazioni della Turchia sulla lotta al terrorismo e l’esportazione di armi“: l’annuncio del segretario generale della Nato Jens Stoltenberg, arrivato dopo quattro ore di riunione con il presidente turco Recep Tayyip Erdogan, il presidente finlandese Sauli Niinisto e la premier svedese Margaret Andersson, è un punto di svolta.
Svezia e Finlandia in una posizione strategica
L’alleanza dovrebbe divenire effettiva in breve tempo, e le sue conseguenze saranno dirette sulla questione del conflitto. Difatti, Svezia e Finlandia possiedono una posizione strategica nello schema conflittuale. L’ingresso di Svezia e Finlandia nella Nato costituisce un’aggiuntiva forza militare. Ma per ora l’adesione dei due Paesi alla Nato ancora non è effettiva. Nonostante sia stato eliminato il veto da parte della Turchia, è necessaria la ratifica da parte degli altri 30 Stati membri.
L’accordo sulla questione climatica
Il vertice di Madrid che si terrà oggi, darà il via libera a un nuovo pacchetto di assistenza all’Ucraina. Nello specifico, moltiplicherà “fino a ben oltre 300mila” le forze di reazione rapida. Ma non solo. Le novità saranno anche sul fronte climatico. Lo ha riferito il segretario generale Stoltenberg, secondo cui i cambiamenti climatici, “dall’Artico al Sahel, sono un moltiplicatore di crisi”.
In questa situazione l’Alleanza concorda per la prima volta gli obbiettivi climatici, riassumendoli in “una riduzione del 45% delle emissioni entro il 2030 e zero emissioni nette entro il 2050”, per essere “più efficienti e resilienti”.