L’evoluzione dell’aerodinamica in MotoGP e il recente brevetto Yamaha sui deviatori di flusso, una soluzione introdotta da Ducati nel 2022.
Negli ultimi anni, l’aerodinamica è diventata uno dei principali ambiti di sviluppo tecnico in MotoGP. Da quando Ducati ha introdotto nel 2015 le prime alette sulla carenatura della GP15, il panorama della categoria ha vissuto una trasformazione significativa. Le moto non vengono più progettate solo per ridurre la resistenza aerodinamica, ma per sfruttare le forze dell’aria a favore della stabilità e della performance in pista.
Yamaha, uno dei principali competitor nel campionato, ha recentemente depositato un brevetto per una soluzione aerodinamica: i deviatori di flusso posizionati dietro la ruota anteriore. Curiosamente, questa tecnologia era già stata utilizzata da Ducati nella stagione 2022. Tuttavia, la presentazione del brevetto da parte di Yamaha solleva diverse questioni, soprattutto in merito alle strategie di sviluppo e protezione intellettuale in MotoGP.
L’importanza dell’aerodinamica moderna in MotoGP
Fino a pochi anni fa, l’aerodinamica delle MotoGP era concentrata principalmente sulla riduzione della resistenza all’aria, in modo da garantire la massima velocità nei rettilinei. Il principale obiettivo era proteggere il pilota dal vento. Tuttavia, negli ultimi anni, il concetto di aerodinamica ha subito una profonda rivoluzione, soprattutto grazie a Ducati. L’uso delle appendici ha consentito di migliorare la deportanza, aumentando la stabilità della moto in frenata e in curva.
Il design delle moto si è evoluto per ottimizzare non solo la velocità di punta, ma anche la manovrabilità e il controllo, sfruttando le forze aerodinamiche per mantenere la moto aderente al suolo in situazioni critiche. I deviatori di flusso, ad esempio, permettono di ridurre la pressione dell’aria tra la moto e l’asfalto, migliorando il comportamento della moto nelle curve.
Il brevetto Yamaha sui deviatori di flusso
Anche se Yamaha ha recentemente depositato un brevetto per i deviatori di flusso, la soluzione era già stata vista in pista con Ducati. Il motivo per cui Yamaha ha deciso di proteggere questa tecnologia potrebbe essere legato alla strategia di bloccare potenziali brevetti da parte di concorrenti, senza necessariamente voler sviluppare un prodotto brevettato. Questo approccio è comune in MotoGP, dove l’innovazione tecnica è frenetica e ogni piccolo vantaggio può fare la differenza.
Questa mossa di Yamaha conferma l’importanza dell’aerodinamica anche per le future moto di serie, dimostrando come le soluzioni testate in pista possano avere applicazioni più ampie. L’obiettivo rimane quello di sfruttare al massimo le forze aerodinamiche per migliorare l’efficienza e la sicurezza, non solo in gara, ma anche nell’uso quotidiano delle moto stradali.